I commenti dei visitatori hanno fatto intervenire la polizia, alla ricerca degli indirizzi Ip. Invano, perché gli Ip non vengono registrati.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-01-2009]
Mercoledì 21 gennaio, nel Regno Unito, sette attivisti della campagna Stop Huntingdon Animal Cruelty (Shac) sono stati condannati a un totale di 50 anni di prigione perché riconosciuti colpevoli di cospirazione e ricatto ai danni di Huntington Life Science.
Indymedia Uk ha pubblicato la notizia; tra i commenti, qualcuno ha inserito anche i dati personali (tra cui l'indirizzo) di Neil Butterfield, il giudice che ha presieduto il processo.
Giovedì 22 gennaio la polizia ha sequestrato un server di Indymedia proprio a causa dei commenti e ha avanzato due richieste: che i dati personali del giudice venissero rimossi e che le informazioni sull'autore del commento fossero consegnate.
I guai sono cominciati invece con la seconda richiesta: Indymedia non ha potuto consegnare i dati relativi all'autore del commento (come l'indirizzo Ip) semplicemente perché non li registra, garantendo così l'anonimato agli utenti ma contravvenendo in teoria alla direttiva dell'Unione Europea circa la conservazione dei dati, emanata nel 2006, che obbliga i siti a registrare ogni visitatore.
La polizia ha così proceduto al sequestro del server ma, se si aspettava di poter identificare il poster in questo modo, sarà rimasta delusa. Non è riuscita nemmeno a mettere in difficoltà Indymedia, poiché il server sequestrato era solo un mirror: il sito, pertanto, non è mai stato offline.
A complicare la situazione c'è poi la questione del mandato. Secondo quanto sostiene Indymedia, il personale dell'hosting (Uk Grid) che aveva in gestione il server avrebbe richiesto un mandato prima di consegnare l'hardware. La polizia avrebbe risposto che non l'aveva, ma che se lo sarebbe potuto procurato con una telefonata; intato, il sequestro è andato avanti.
Parrebbe quindi che il server sia stato portato via prima che Uk Grid potesse vedere il mandato, con un comportamento irregolare da parte della polizia.
Non è la prima volta e probabilmente non sarà l'ultima che Indymedia subisce il sequestro di qualcuno dei suoi server ma questa in particolare sembra interessante perché Indymedia sembra non aver commesso proprio nulla di male.
La direttiva europea sulla data retention, in realtà, entrerà in vigore solo il 15 marzo; dato che l'indirizzo del giudice è stato rimosso e che non c'è ancora alcun obbligo di registrare gli indirizzi Ip dei visitatori, il server dovrebbe essere restituito subito e con tante scuse.
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