La baia degli artisti censurata dai provider

I provider inglesi censurano la piattaforma perfettamente legale The Promo Bay.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-12-2012]

the promo bay

Come aveva promesso, qualche giorno fa The Pirate Bay ha dotato The Promo Bay - la piattaforma per la promozione degli artisti indipendenti - di un proprio sito autonomo e di server separati.

La decisione è dovuta al successo raccolto da The Promo Bay, che è perfettamente legale, e anche all'intenzione di sganciarla da The Pirate Bay, su cui pendono varie accuse di illegalità.

Tale divisione pare tuttavia che non sia servita ai provider britannici che stanno bloccando l'accesso a The Promo Bay esattamente come fanno per The Pirate Bay: BT, Virgin Media, BE e probabilmente altri ISP impediscono ai propri utenti di raggiungere il sito.

Il blocco di The Pirate Bay è stato deciso lo scorso aprile da un ordine della Corte Suprema del Regno Unito per motivazioni inerenti la difesa del diritto d'autore; ma la "baia degli artisti" non rientra in quella decisione.

L'ipotesi più probabile è semplicemente che The Promo Bay sia stata inclusa perché gli ISP non stanno troppo attenti alle sottigliezze: «Questi provider sono piuttosto monolitici e della vecchia scuola» - commenta Will Dayble, di The Promo Bay - «e immagino che si tratti soltanto di un blocco su larga scala imposto a varie proprietà di The Pirate Bay. Dubito che sia una mossa mirata contro The Promo Bay in particolare».

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Se fosse così, gli ISP potrebbero tornare sui propri passi, dato che il sito non lede certo i diritti dei creatori di contenuti: affinché questo avvenga è stata creata anche un'apposita petizione online.

Intanto la campagna contro The Pirate Bay non fa che crescere: l'ultima mossa è stata fatta dalla British Phonographic Industry, che ha chiesto al Partito Pirata del Regno Unito di disattivare il proxy messo in piedi alcuni mesi fa.

Il Pirate Party aveva attrezzato il proxy proprio per permettere agli utenti dei vari provider coinvolti nell'ordine del tribunale di aggirare i blocchi decisi ad aprile, ma ora una lettera della BPI ha richiesto ufficialmente che il servizio venga smantellato.

Al di là della richiesta, tuttavia, nessun'altra azione ufficiale è stata ancora presa. Come spiega Loz Kaye, leader dei Pirati, «a questo punto, tutto ciò che abbiamo è un'email dalla BPI con una richiesta. Non siamo a conoscenza di alcuna azione legale contro di noi. Ovviamente, rimarremo fedeli ai nostri principi».

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (2)

Quoto.
4-12-2012 14:41

Dunque, questi provider stanno facendo danni ad una attività legittima. Dovrebbero pagarli questi danni.
4-12-2012 10:13

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