Con Escape gli spettatori si sentono davvero dentro al film.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-10-2014]
Ora che i film in 3D al cinema non sono più una rarità e che la tecnologia IMAX, per quanto non diffusissima soprattutto per gli alti costi che comporta, è da tempo ben nota, è ora per le case cinematografiche di sfornare qualcosa di nuovo.
In fondo, la fusione tra IMAX e 3D, operata da Avatar, ha ormai già cinque anni; e non è impossibile che James Cameron, sempre desideroso di stupire, non voglia provare una tecnica nuova per il sequel che dovrebbe uscire nel 2016.
Questa nuova tecnica potrebbe essere la Escape di Barco, sperimentata sul recente The Maze Runner - Il labirinto.
Si tratta di un sistema che espande ulteriormente lo spazio a disposizione per il film, aggiungendo due schermi ai lati di quello principale.
È evidente che per poter "riempire" i due schermi aggiuntivi è necessario ripensare alla tecnica con cui sono girati i film, moltiplicando le videocamere per far sì che lo spettatore, che assiste al risultato finale, si possa sentire davvero "avvolto" dall'ambiente in cui si svolge il film.
Nel caso di The Maze Runner, la soluzione è stata trovata truccando un po' le carte: infatti gli schermi laterali sono stati popolati con aggiunte digitali a quanto ripreso in fase di registrazione e proiettato sullo schermo centrale: un apposito gruppo di artisti è stato assoldato per creare i fondali in CGI necessari, i quali hanno adoperato un motore grafico sviluppato da Crytek per i videogiochi.
Resta ovviamente da vedere se Escape diventerà un successo o se tornerà nell'oblio, ma intanto la 20th Century Fox sta già valutando diverse soluzioni con videocamere multiple per effettuare le riprese nativamente in questo nuovo formato.
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