Garante privacy: app e siti per bambini sono un pericolo

I servizi pensati per i minori spesso nascondono trappole e insidie per i dati personali dei piccoli utenti.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-09-2015]

garante privacy bambini siti app

Le app e i siti dedicati ai bambini non fanno abbastanza per proteggere i loro piccoli utenti dai pericoli per la loro privacy: lo afferma il Garante per la Privacy pubblicando i dati di un'indagine condotta in collaborazione con le equivalenti Autorità di altre nazioni.

Analizzando 22 app e 13 siti Internet (educativi, dedicati ai giochi, legati a servizi per l'infanzia offerti da canali televisivi e social network) scelti tra i più utilizzati dai bambini italiani il Garante ha rilevato «21 gravi profili di rischio e 8 di questi richiederanno specifiche attività ispettive».

In pratica, i piccoli navigatori e utilizzatori di app si trovano esposti a rischi che vanno dalla sottrazione di dati personali agli acquisti mascherati da offerte gratuite, fino alle pubblicità ingannevoli; il tutto senza tutela o, per la precisione, senza che servizi in teoria pensati appositamente per questa utenza particolare mettano in campo adeguate misure di protezione.

«Siamo ancora molto lontani da una corretta tutela dei dati dei minori» ha commentato Antonello Soro, presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, per poi aggiungere: «Molte società che gestiscono siti e sviluppano app dimostrano un approccio irresponsabile nei confronti dei minori».

Nel dettaglio, i 35 casi presi in esame hanno fallito su più fronti. Innanzitutto su quello dell'identificazione: in 30 casi essi raccolgono dati personali; in 25 è richiesto l'obbligo di registrazione fornendo almeno l'indirizzo email; in 20 è richiesto il nome; in 13 è richiesto l'accesso a foto e video presenti su smartphone, tablet o Pc.

Non va meglio sul fronte della comunicazione dei dati personali a terze parti, pratica seguita da 23 dei casi, né su quello della pubblicità: 23 tra siti e app includono banner di terze parti che presentano spot non legati al mondo dell'infanzia e in 22 il minore può essere indirizzato al di fuori del sito o dell'app usati, e in qualche caso di effettuare acquisti direttamente.

Sondaggio
Quali sono i benefici maggiori che deriverebbero da una politica e una pubblica amministrazione più aperta e trasparente ai cittadini?
I giornalisti potrebbero informarsi più facilmente sulle attività di politici e amministratori e l'informazione al pubblico sarebbe più ampia e dettagliata.
Politici e amministratori renderebbero maggiormente conto ai cittadini del loro operato.
La qualità dei servizi in generale migliorerebbe.
L'opinione pubblica avrebbe più peso nelle decisioni amministrative e politiche.
In generale i nostri rappresentanti avrebbero elementi per prendere decisioni più appropriate.

Mostra i risultati (967 voti)
Leggi i commenti (2)

Per quanto riguarda poi gli strumenti messi a disposizione degli utenti per tutelare la propria privacy, il Garante rileva una sostanziale mancanza di informazione e di opzioni adeguate: nulla o quasi impedisce ai bambini di diffondere anche involontariamente i propri dati.

Allargando lo sguardo allo scenario mondiale e ai 1.500 siti e app presi in esame dai Garanti delle diverse nazioni, il quadro non migliora: il 67% dei casi esaminati raccoglie dati sui minore, il 50% fornisce i dati a terzi, il 58% permette di essere indirizzati su un altro sito o app, il 71% non offre strumenti per cancellare i dati dagli account e appena il 31% offre meccanismi che limitino la raccolta dei dati dei minori, anche se affermano di essere stati sviluppati appositamente per un pubblico minorenne.

Di fronte al quadro sconfortante, in cui soltanto pochi servizi offrono strumenti e protezioni adeguati ai loro visitatori, i Garanti si riservano la possibilità di approfondire le indagini che riguardano i siti che non operano in maniera conforme alle normative per la protezione dei dati personali ed eventualmente di agire.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita. Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui sotto, inserire un commento (anche anonimo) o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (0)


La liberta' di parola e' un diritto inviolabile, ma nei forum di Zeus News vige un regolamento che impone delle restrizioni e che l'utente e' tenuto a rispettare. I moderatori si riservano il diritto di cancellare o modificare i commenti inseriti dagli utenti, senza dover fornire giustificazione alcuna. Gli utenti non registrati al forum inoltre sono sottoposti a moderazione preventiva. La responsabilita' dei commenti ricade esclusivamente sui rispettivi autori. I principali consigli: rimani sempre in argomento; evita commenti offensivi, volgari, violenti o che inneggiano all'illegalita'; non inserire dati personali, link inutili o spam in generale.
E' VIETATA la riproduzione dei testi e delle immagini senza l'espressa autorizzazione scritta di Zeus News. Tutti i marchi e i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive società. Informativa sulla privacy. I tuoi suggerimenti sono di vitale importanza per Zeus News. Contatta la redazione e contribuisci anche tu a migliorare il sito: pubblicheremo sui forum le lettere piu' interessanti.
Sondaggio
Sei favorevole all'utilizzo dei tablet al posto dei libri di scuola?
Sì. L'iPad con i libri multimediali è una figata.
No. È una spesa in più a carico delle famiglie.
Sì. Salviamo gli alberi e inquiniamo con l'e-garbage.
No. I tablet hanno un'obsolescenza tecnologica che galoppa: dopo cinque anni, usati tutti i giorni, sarebbero completamente da buttare.
Sì. Cambia la forma ma non la sostanza e la qualità dell'insegnamento.
No. Gli studenti non imparerebbero più a prendere appunti su carta, a scrivere e a fare i conti a mente.
Sì, ma dalle scuole medie in avanti: alle elementari un bambino dovrebbe imparare a leggere su libri veri. Dovrebbe imparare a consultare l'indice in fondo al libro e a cercare dei documenti in una biblioteca vera e organizzarli, non a fare copia e incolla da internet.
No. Gli stessi docenti, in molti casi, non avrebbero la più pallida idea di come utilizzarli. Per non parlare del Ministero che dovrebbe decidere quali programmi si devono o non si devono usare.

Mostra i risultati (2925 voti)
Aprile 2025
Intel pronta a licenziare 20.000 persone
Fire TV stick, Amazon pronta a lasciare Android per Vega OS
Siti per adulti, Agcom impone la verifica dell’età con il doppio anonimato
Android sempre più esigente: ora servono almeno 32 Gbyte
Il terzo giorno Android si riavvia
Microsoft: ''Non toccate la cartella misteriosa''
Windows Recall, forse è la volta buona
Le funzioni di Skype che Teams non ha
WhatsApp per Windows: non aprite quell'immagine
Vibe coding: creare programmi senza saper programmare
Dalla Cina l'alternativa a HDMI e DisplayPort
Pesci d'aprile, ci casca anche la IA
Thunderbird si evolve: in arrivo una versione Pro e il servizio Thundermail
Segnali dal futuro
Marzo 2025
Windows 11, addio all'ultima scappatoia per evitare l'account online
Tutti gli Arretrati
Accadde oggi - 26 aprile


web metrics