Due anni di supporto sono più che abbastanza.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-06-2018]
Una delle domande che chi compra uno smartphone si pone - o dovrebbe porsi - è: «per quanto riceverò gli aggiornamenti di sicurezza?».
Le varie piattaforme per smartphone sono infatti ormai un obiettivo che fa molta gola ai malintenzionati: tutti le usano e vi conservano dati sensibili dai quali è possibile trarre vantaggio.
Da tempo, soprattutto nel mondo Android, la maggior parte dei produttori di smartphone viene criticata perché il supporto post-vendita, da questo punto di vista, non è particolarmente ampio: la distribuzione delle patch non è quasi mai rapida, né continua a lungo.
Tutto ciò ha comprensibilmente adirato l'associazione olandese di consumatori Consumentenbond, la quale ha denunciato Samsung accusando il gigante coreano di creare problemi di sicurezza agli utenti proprio a causa della sua politica di supporto.
Non rilasciando le patch in maniera tempestiva e smettendo di fornire aggiornamenti a un gran numero di dispositivi tuttora usati e in circolazione, a detta della Consumentenbond Samsung metterebbe in pericolo gli utenti.
L'associazione chiedeva quindi che l'azienda venisse obbligata a fornire gli update per un minimo di quattro anni dopo la messa in vendita di ogni modello, o almeno per due anni dopo la vendita dell'ultimo esemplare.
Samsung, dal canto proprio, ha risposto che ciascun terminale riceve già aggiornamenti per due anni dal momento della messa in vendita, e ciò costituisce un lasso di tempo «ragionevole». Evidentemente Samsung si aspetta che gli smartphone vengano cambiati ogni 24 mesi.
Il giudice olandese chiamato a decidere ha soppesato la questione e concluso che le richieste della Consumentenbond sono irragionevoli, in quanto porrebbero una ipoteca sulle «azioni future» dell'azienda.
Poniamo infatti che domani venga scoperto un nuovo bug che interessa tutti i dispositivi Samsung venduti sino a oggi. Samsung potrebbe decidere di aggiornarli tutti, ma potrebbe anche essere costretta ad ammettere che, a causa della natura del problema o per le limitazioni hardware dei modelli più vecchi, la patch non può essere installata su tutti. Obbligarla a intervenire causerebbe quindi più problemi di quanti ne risolverebbe.
Pertanto non è possibile - ha deciso il tribunale - obbligare Samsung ad aggiornare in futuro i software di tutti telefoni per quattro anni, come richiesto.
Ovviamente, l'associazione olandese non l'ha presa bene. «Samsung scegliere di immettere un sacco di modelli sul mercato, ma non c'è nessuno che la obbliga. Un produttore di automobili deve assicurarsi che tutti i suoi modelli siano sicuri e affidabili, e che continuino ad esserlo. Samsung ha lo stesso obbligo».
Dal canto proprio, i coreani sono soddisfatti: «Il giudice» - ha fatto sapere un portavoce alla BBC - «ha riconosciuto che Samsung sta facendo più che abbastanza per assicurare la sicurezza dei propri prodotti».
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