Facebook, nuove accuse: spiati SMS e telefonate degli utenti



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-12-2018]

facebook spia sms chiamate

Ormai quasi non passa giorno senza che a Facebook venga attribuito qualche nuovo comportamento scorretto in materia di trattamento dei dati personali degli utenti.

Anche questa volta, la rivelazione avviene per tramite della pubblicazione dei documenti interni sequestrati dal Parlamento britannico, come nel caso di pochi giorni, quando apprendemmo che il social network a un certo punto della sua storia ha pensato di finanziarsi vendendo informazioni personali.

Ora la questione riguarda l'accesso non autorizzato agli SMS e alle chiamate sugli smartphone che montano le app di Facebook: le API di Android sarebbero state sfruttate per ottenere illecitamente quei dati.

Facebook ha immediatamente fatto sapere che si occupava soltanto di raccogliere metadati tramite le app Facebook Lite e Messenger, ma una catena di email mostra come i suoi dipendenti per lungo tempo abbiano discusso il modo di evitare le richieste di permesso di Android per accedere ai messaggi e alle telefonate.

In una email del 2015 si fa presente come inserire nell'app di Facebook la richiesta di permesso per accedere al registro delle chiamate sarebbe «qualcosa di molto rischioso dal punto di vista delle pubbliche relazioni», e in un'altra si spiega che la divisione "Crescita" del social network stava elaborando un sistema per poter mettere le mani sui dati senza avvertire l'utente.

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Quanto allo scopo di tutto ciò, oltre all'utilizzo dei numeri e dei testi per arricchire i suggerimenti di amicizia, già è stato ipotizzato che di queste informazioni si volesse anche fare compravendita.

Facebook, in ogni caso, ha rilasciato un comunicato stampa in cui nega tutto, affermando che i documentin in questione - sequestrati allo sviluppatore Six4Three, autore di un'app che raccoglieva tutte le foto di donne in bikini presenti sul sito in blu - «intenzionalmente raccontano soltanto una versione della storia, e omettono del contesto importante».

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Commenti all'articolo (3)

Gli altri sono probabilmente solo più discreti ed attenti a non farsi scoprire o cercano di limitare un poco questo loro attività proprio per restare meno esposti. In ogni caso fessbuk fa sempre più notizia dopo la vicenda di Cambridge Analytica ...
15-12-2018 15:19

infatti: ottima domanda! Quante volte mi è capitato di compilare i campi relativi alla privacy in un certo modo, per poi vedere disattese le mie indicazioni e, a volte, addirittura ricevere una copia di quanto sottoscritto con le preferenze relative alla privacy diverse da quelle che avevo impostato! Mala tempora currunt!
11-12-2018 09:56

{giorgio}
Facebook è senz'altro un grande raccoglitore di dati, Google cerca di mimetizzarsi, Microsoft fa lo stesso, Apple fa la paladina della privacy (verso terzi, non verso se stessa...).... Ma che fanno tutti gli altri? Non parlo solo di quelli di cui non si parla mai, cioè IBM, Cisco, Juniper, Huawei e compagnia, ma anche le aziende che... Leggi tutto
9-12-2018 21:24

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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