[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-02-2022]
La triste parabola discendente di BlackBerry si arricchisce di un nuovo capitolo, in cui ciò che restava dell'azienda che un tempo dominava il mercato degli smartphone (prima ancora che il termine prendesse piede) viene venduto e disperso.
Nel dettaglio, si tratta di ciò che di più prezioso BlackBerry possedeva, ossia il suo patrimonio di brevetti, che coprono le varie tecnologie hardware e software integrate negli anni nei prodotti, dalle tastiere Qwerty al sistema di messaggistica BlackBerry Messenger.
Tutto ciò da oggi è proprietà di Catapult IP Innovations che, per assicurarsene il possesso, ha sborsato 600 milioni di dollari. O, per meglio dire, ha creato una situazione complicata che sembra proprio presagire a un'era di contenziosi legali contro chiunque sia attivo nel settore della telefonia mobile.
Catapult, infatti, è di costituzione molto recente e, praticamente, non ha attività: non vende, non compra, non produce. Non ha, insomma, alcun modo di generare introiti.
Quello che ha è un prestito da 450 milioni di dollari che le è stato concesso proprio perché possa iniziare a pagare BlackBerry versando immediatamente quella cifra, e l'obbligo di dover iniziare a versare i restanti 150 milioni entro tre anni.
Come può un'azienda appena nata e già tanto indebitata far fronte a tutto ciò? La risposta più ovvia è: facendo fruttare i brevetti appena acquisiti. Ma, dato che è estremamente improbabile che ciò possa avvenire trasformandoli in prodotti fisici, ecco che l'unica strada che appare percorribile consiste nell'iniziare a far causa a destra e a manca a chiunque utilizzi tecnologie che possano somigliare a quelle descritte nei brevetti stessi.
Ovviamente questo scenario è al momento soltanto ipotetico e Catapult non ha certo annunciato nulla del genere, ma non si vede come altrimenti possa evitare di andare in bancarotta.
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