Chi scarica musica e film dalla rete, utilizzando sofisticate tecniche di condivisione dei files, non è un romantico pirata del terzo millennio, ma un inconsapevole servo delle major.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-04-2004]
Pochi giorni fa un conduttore musicale di Radio Uno Rai ha fatto ascoltare l'ultima canzonetta di un certo Riccardo Senigallia. Nel presentare il brano, ha fatto notare che stranamente, per quel CD, la casa discografica non consiglia la programmazione di un solo pezzo, ma ne mette a disposizione ben due. Lo stupore del DJ per l'eccesso di libertà, a cui non era evidentemente abituato, dimostra una volta di più, se ce n'è bisogno, che il mercato non lo fanno gli utenti, ma gli uffici marketing delle case discografiche.
Talvolta repetita juvant: le major investono un sacco di soldi nella promozione dei propri pupilli, quindi non possono permettersi che qualcun altro decida quali brani, e quante volte al giorno, le radio "libere" devono programmare. Questo è il motivo per cui veniamo costantemente bombardati dai soliti triti e tristi motivetti che, alla lunga, finiscono per piacerci.
A questi potentati, proprio all'interno della cornice del Festival di Sanremo, il Ministro Urbani ha fatto delle precise promesse, che hanno partorito il decreto omonimo. Sul provvedimento, tutti i media, in primis Zeus News, hanno criticato la tendenza a fare di ogni erba un fascio, l'eccesso di zelo punitivo, la trasformazione, per ora rientrata, dei Provider in spie e delatori delle nostre navigazioni.
Il target della major non sono certo gli studenti squattrinati che mai e poi mai comprerebbero il CD, anche se non riuscissero a scaricarlo. L'obiettivo, in realtà, è il Rag. Cagazza, impiegato in banca, che compra circa un CD al mese, in media due ogni paio di pantaloni, cinque ogni telefonino. Sempre aggiornatissimo su quanto offre la tecnologia, al ragioniere non è sfuggita la possibilità di scaricare musica aggratis, di qualità accettabile e senza grossi rischi.
Così si è fatto spiegare dall'amico smanettone qualche trucchetto tecnico, ha abboccato alla pubblicità ammiccante di qualche collegamento internet veloce, e si è attrezzato. Quando anche il ragionier Cagazza si mette a scaricare musica, le case discografiche hanno perso clienti veri: è il momento di reagire, per portare il rispetto delle regole attorno ad un equilibrio più remunerativo.
E qui capita a fagiolo il Ministro Urbani ("È la destra, bellezza!", dice il lettore Gianky), che crea un po' di paura, di sano terrorismo, inasprisce un po' le leggi, colpisce nel mazzo qualche sfigato con multe e gogna, e il ragioniere rientra nei ranghi: non mette a repentaglio la sua tranquillità per 20-30 euro - tanto ce li ha.
Così, le polemiche sul Decreto Urbani rischiano di trascurare il fatto che il popolo del p2p è funzionale al sistema. Proprio così: quelli che vengono chiamati pirati, ma che in realtà non hanno mai derubato nessuno, né tantomeno compiuto atti di violenza (bisognerebbe tornare a misurare le parole), sono funzionali al sistema di distribuzione delle major. Potremmo chiamarli i ragazzi di Urbani.
I ragazzi di Urbani non utilizzano la potenza della Rete per diffondere musica libera, per costituire un'alternativa al potere delle major. Non usano le loro tecniche sofisticate per promuovere un circuito musicale parallelo, che promuova gli autori e non i profitti delle multinazionali. No, i ragazzi di Urbani si ingegnano e si arrabattano per scaricare l'ultima di Avril Lavigne.
Convinti di essere una spina nel fianco del sistema, seguono pedissequamente le campagne di marketing, e quindi le avvalorano. Scambiandosi principalmente le hit del momento, fanno da cassa di risonanza delle scelte commerciali dei discografici, né più né meno di quanto fanno i dee-jay accondiscendenti delle radio, o quelli che distribuiscono copie craccate di Microsoft Office. D'ora in poi, ogni tanto, qualcuno verrà pizzicato e subirà una punizione esemplare. Ma anche questo è funzionale ai potenti.
Finché ci saranno i ragazzi di Urbani, il Rag. Cagazza non verrà mai a contatto con le produzioni indipendenti, e continuerà a comprare la solita immondizia che gli amici di Urbani imporranno al mercato.
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