Quando la musica le suona di santa ragione allo strapotere di chi pretende di poterla piegare ai suoi meri fini speculativi dietro il falso scudo dell'interesse comune.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-10-2002]
La rappresentante e leader della RIAA, l'organizzazione americana che riunisce le major discografiche, ha incassato una sonora sconfitta nel confronto verbale tenutosi alla Oxford Union in questi giorni ed avente ad oggetto "la mentalità di musica libera come minaccia per il futuro della musica stessa". Hilary Rosen chairwoman di RIAA ha visto cadere ad una ad una tutte le sue argomentazioni fino a giungere ad un verdetto schiacciante: la Oxford Union ha respinto la mozione oggetto del dibattito con 256 voti contrari e 72 a favore: un giudizio decisamente pesante emesso dalla più convinta scuola di oratoria attualmente nota e dalla quale sono nel tempo venuti i più grandi politici dei nostri giorni.
Non si tratta comunque di una decisione normativa e quindi a questa animata discussione non farà seguito almeno per il momento nessuna legge concreta che abolisca il diritto d'autore o riconosca la legittimità di scambiare musica online in maniera gratuita, tuttavia rimane sempre un forte segnale del cambiamento culturale attraversato da una società sempre più consapevole dei propri diritti e dei propri interessi. Nel corso del dibattito nessuno dei presenti si è lasciato influenzare dalle considerazioni pseudo filantropiche di Hilary Rosen che portava all'attenzione dei presenti lo spirito di mecenatismo con cui le case discografiche seguono gli artisti musicali.
Ciò che ha fatto invece scalpore e che sicuramente è rimasto siginificativamente impresso nella mente di tutti i presenti sono due episodi del discorso della leader RIAA. Il primo riguarda l'affermazione secondo cui nessun CD protetto dalla copia è stato immesso sul mercato Statunitense; tale affermazione è apparsa subito ai più essere in contrasto con quanto provato dall'esperienza di molti, pur tuttavia è possibile ravvisare la veridicità dell'affermazione riportandola alla definizione di Philips secondo cui i CD protetti da copia non sono Compact Disc e quindi non possono essere definiti tali in senso stretto.
Il secondo episodio degno di nota e con una piccola nota di imbarazzo è stato il sondaggio improvvisato dalla stessa Hilary che ha chiesto agli astanti di esprimere la propria abitudine a scaricare musica da Internet e a inciderla su CD. La maggior parte dei presenti ha ammesso il perseguimento di questa pratica, al che Hilary ha posto l'ulteriore domanda volta a conoscere quanti di loro avessero per questo motivo deciso di comprare più musica che in passato e straordinariamente quasi la totalità di coloro che avevano risposto affermativamente alla precedente domanda ha confermato il proprio assenso, gettando nello sconcerto più totale la stessa Hilary che non si aspettava certo una tale reazione da parte del pubblico.
In sostanza quindi un interessante dibattito, molto animato, ricco di colpi di scena, come la citazione da parte dei relatori dell'opposizione di brani musicali degli Abba, ma decisamente utile e significativo di un cambiamento culturale non più in atto ma ormai avviato verso il consolidamento e di cui tutti, da governi a associazioni e produttori devono prendere atto ed adeguarsi di conseguenza prima di rimanere tagliati fuori non solo dal mercato, ma proprio da quella stessa vita sociale di cui a tutti i costi vogliono essere parte attiva.
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