Netesi, società milanese di servizi Asp, è stata acquisita da Telecom Italia: i dipendenti sono preoccupati per il proprio futuro e si cerca di non permettere l'intervento del Sindacato.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 19-11-2002]
La storia della new economy italiana è la storia di tante piccole web company fondate da giovani imprenditori che poi finiscono con l'essere "ingoiate" da qualche colosso dell'informatica e delle Tlc. La storia di Tin.it inizia così: l'editore sardo Niki Grauso fonda l'azienda e nel giro di qualche anno (circa 10) si formano 20 miliardi di debiti in traffico telefonico con l'unico gestore italiano (Telecom Italia), che così acquisisce un Internet Provider (settore in cui prima non era presente).
Ora tocca a Netesi, una società di servizi Asp, che era partecipata anche da Telecom Italia la quale oggi ne entra in pieno possesso. Che cosa ne sarà di Netesi, se sarà inglobata in Telecom Italia, in Tin.it, o se, invece, continuerà a rimanere autonoma? Quali saranno i programmi di sviluppo? Tutte queste sono domande che i dipendenti di Netesi si pongono, e risposte chiare da parte del management aziendale, da Telecom Italia non ne arrivano.
Come in tutte le aziende della new economy la presenza sindacale è debole se non inesistente e si preferisce tenere fuori il Sindacato il più possibile dai processi di gestione delle risorse umane (come mobilità, tagli, riconversione, e via dicendo). A garanzia dei lavoratori di questa azienda - e il management Netesi non dovrebbe dimenticarlo - esiste un preciso accordo quadro stipulato da Cgil-Cisl-Uil, insieme ai Sindacati di categoria dei metalmeccanici, delle comunicazioni, e Telecom Italia. Tale accordo è stato stilato esattamente un anno fa e sancisce precisi diritti di informazione e di confronto negoziale in caso di acquisizioni, cessioni e ristrutturazioni aziendali in questo gruppo.
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