I produttori di contenuti accusano il motore di abuso di posizione dominante e pretendono un'azione decisa dall'Europa.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 26-06-2013]
È da diverso tempo che Google si trova sotto l'occhio dell'Antitrust europeo a causa del suo motore di ricerca.
Da mesi, infatti, gli editori europei - riuniti nello European Publishers Council (EPC) - accusano il gigante americano di avvantaggiare i propri prodotti quando si tratta di presentare agli utenti i risultati delle ricerche.
L'accusa non è nuova: è stata formulata anche in America, ribadita in Francia e sostenuta ogni volta che viene lanciato un nuovo servizio, come accaduto per esempio con Google Flights. Senza dimenticare l'annosa vicenda di Google News, accusato di sfruttare il lavoro dei produttori di contenuti.
Per cercare di arginare l'ondata di accuse ed evitare, qualora l'Antitrust decidesse di dar loro seguito, una sanzione molto salata, in aprile, Google aveva avanzato alcune proposte tese a portare maggiore equità nel modo di mostrare i risultati.
La proposta consisteva soprattutto in un sistema di etichette finalizzate a differenziare le varie offerte e rendere visibili quelle legate all'ecosistema di Google stessa, ma anche un sistema di opt in per quegli editori che non desiderino comparire tra i risultati.
Dopo alcuni mesi di riflessione, gli editori europei - tra cui anche l'italiana FIEG - hanno fatto sapere ufficialmente che a loro dire la proposta di Google è inaccettabile: differenziare in quel modo i risultati, anziché avvantaggiare la concorrenza, finirebbe con il distruggerla e danneggerebbe le società concorrenti perché farebbe spiccare gli annunci legati alla Grande G.
L'EPC ha quindi chiesto all'Unione Europea di procedere con la procedura di infrazione e prendere provvedimenti affinché tutti i contenuti del web siano indicizzati in modo imparziale e ugualmente presentati.
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«Se Google non presenterà al più presto proposte sostanzialmente migliorative, gli editori europei chiedono che la Commissione utilizzi tutti i poteri legali, compreso un immediato Statement of Objections che preveda rimedi efficaci»: è questa la bellicosa dichiarazione del presidente della FIEG, Giulio Anselmi
Sempre Anselmi ha spiegato che ciò che gli editori chiedono è «Una ricerca equa e non discriminatoria realizzata con criteri imparziali nei confronti di tutti i siti web», definita un «prerequisito essenziale per lo sviluppo dei media e delle tecnologie a livello europeo».
La risposta dell'Europa è attesa per dopo l'estate mentre Google non ha perso tempo e ha già fatto sapere che non intende apportare alcuna modifica nel senso richiesto dagli editori.
Con un post sul proprio blog europeo, l'azienda ha riassunto brevemente l'evoluzione subita nel corso del tempo da parte della pagina dei risultati, ha ricordato le proposte formulate ad aprile e concluso: «Come abbiamo sempre detto, noi costruiamo Google per gli utenti, non per i siti web. E non vogliamo ostacolare le innovazioni essenziali dei servizi di Google che piacciono maggiormente alla gente. Ecco perché ci siamo concentrati sul rispondere alle preoccupazioni specifiche della Commissione, e crediamo di aver fatto un buon lavoro».
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