L'azienda che ha creato il famoso protocollo prende le distanze dalla pirateria nonostante le debba buona parte del proprio successo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-07-2013]
A BitTorrent Inc., l'azienda che produce il popolare e omonimo software, non piace essere associata alla pirateria.
Sfortunatamente per essa, quando si parla di BitTorrent spesso è per mostrare come tale protocollo sia tanto apprezzato, anche e soprattutto dai pirati che lo adoperano per scambiarsi materiale protetto da copyright.
Ovviamente l'azienda non ha nulla a che vedere con l'uso che viene fatto del suo prodotto: si limita a scrivere software; ma l'associazione BitTorrent uguale pirateria a volte è un po' troppo automatica.
Tutto andrebbe bene se BitTorrent Inc. si limitasse a ricordare che, sebbene il protocollo sia utilizzato anche per scambiare materiale illegale, essa stessa non c'entra niente; invece, di recente ha assunto una posizione un po' estremista: ha affermato infatti che la pirateria via BitTorrent semplicemente non esiste.
Tutto ha avuto inizio da un post sul blog ufficiale, scritto da Matt Mason.
In esso, Mason afferma che le classifiche dei file piratati con BitTorrent (come quella recente secondo cui l'ultima puntata della serie televisiva The Game of Thrones ha stabilito un nuovo record in questo campo) non hanno alcun fondamento reale, poiché «la pirateria accade al di fuori dell'ecosistema BitTorrent»: un'affermazione che suona molto strana.
La chiave per capirla sta nella concezione estremamente ristretta che Mason ha dell'«ecosistema BitTorrent»: per lui, vi rientra solo ciò che in prima persona fa l'azienda omonima. Quindi, dato che essa non condivide materiale protetto, ecco che la pirateria avviene «al di fuori».
È una scusa un po' misera, sostenuta solo dal fatto che con lo stesso termine - BitTorrent - si indicano l'azienda, il protocollo e anche uno dei clienti più adoperati; il che, tra l'altro, fa sì che uno dei componenti dell'"ecosistema dell'azienda BitTorrent" venga davvero usato per la pirateria, sebbene ovviamente l'azienda in sé non abbia alcuna responsabilità per quanto fanno gli utenti.
Al di là di ciò, è chiaro che non si può delimitare in questo modo e artificialmente questo cosiddetto ecosistema. Come si fa a porre i tracker BitTorrent, che hanno permesso al protocollo e all'azienda di acquisire popolarità, al di fuori di esso? Ovviamente essi non vengono gestiti da BitTorrent Inc, ma senza di loro - e senza i file pirata che veicolano - essa probabilmente non sarebbe quello che è.
Il post di Matt Mason pare insomma proprio un tentativo maldestro di permettere all'azienda per cui lavora di prendere le distanze dai pirati e discolpare la tecnologia: intenti anche giusti, ma mezzi inadeguati e forse perfino controproducenti poiché facilmente smontabili.
Per esempio, se Mason afferma che il contenuto più scaricato via BitTorrent non è The Game of Thrones come mostrano i dati ricavati dai tracker ma Epic Meal Time, solo apparentemente sta dicendo la verità.
Infatti è vero che quest'ultimo ha totalizzato più di 8 milioni e mezzo di download, ma bisognerebbe forse anche dire che l'episodio in questione è stato fornito in bundle insieme ai client BitTorrent e uTorrent. Non è stato scaricato, insomma, perché piace: una clip di dieci minuti di schermo vuoto avrebbe ottenuto la stessa popolarità.
Alla richiesta, avanzata da TorrentFreak, di fornire qualche spiegazione sul perché di un post tanto sconclusionato, Matt Mason ha risposto: «il nostro obiettivo era creare la consapevolezza che BitTorrent non incorona un "re dei pirati". Far passare l'idea che facciamo qualcosa del genere [per esempio pubblicando le classifiche dei film più piratati con BitTorrent, ndr] crea paura e incertezza nel mercato e fa ingiustamente ricadere la responsabilità della violazione del diritto d'autore sulla tecnologia».
Il dilemma del pirata è dunque questo: BitTorrent ha guadagnato popolarità grazie alla pirateria; non la promuove, ma ne ha comunque beneficiato indirettamente. Meglio ammetterlo o cercare qualche scusa per nasconderlo?
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