Secondo il colosso dell'animazione, soltanto i risultati autenticati dalle major hanno il diritto di apparire.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 11-11-2014]
Che alle grandi aziende detentrici dei diritti sulle opere cinematografiche i motori di ricerca attuali non stiano troppo simpatici non è un mistero per nessuno.
Google, per esempio, è subissata da richieste di rimozione eppure le major non sembrano mai soddisfatte: a non piacere è il funzionamento stesso dei motori di ricerca, che restituiscono i risultati in base alla loro popolarità e che in questo modo troppo spesso avvantaggiano i contenuti pirata.
Disney ha deciso così di progettare da sé il motore di ricerca ideale che fa piazza pulita dei risultati pirata, mettendo invece ai primi posti i siti delle aziende stesse.
Nasce così il Sistema di ordinamento dei contenuti online basato su valori indicativi dell'autenticità per gli elementi del web», descritto in un apposito brevetto da poco concesso.
Tale sistema «permette di filtrare i risultati indesiderabili, come quelli che rimandano a siti pirata».
La chiave di tutto sta nei criteri di attribuzione dell'autenticità. Secondo Disney, il criterio di popolarità adottato dai motori attuali può essere facilmente aggirati con intenti illeciti: «Per esempio, una pagina manipolata per la vendita non autorizzata di medicinali, film etc può riuscire a ottenere un'alta popolarità, ma ciò che l'utente medio vorrà vedere è una pagina più autentica».
|
Ecco quindi che l'azienda preferisce affidarsi a un «indice di autenticità», il quale promuove i siti maggiormente «autorevoli», eliminando quelli «indesiderabili».
Il problema è capire come si debba creare l'indice. Secondo Disney, al primo posto vanno messi i siti ufficiali relativi a una determinata proprietà.
Per esempio, se qualcuno cerca il film Biancaneve e i sette nani non deve vedere come primo risultato la pagina relativa di Wikipedia o dell'Imdb, ma la pagina ufficiale del film sul sito Disney, perché è Disney la titolare dei diritti su quest'opera.
Così non solo la pirateria ma tutto ciò che non ha a che fare con il marchio scivola fatalmente nelle posizioni più basse dell'elenco dei risultati.
Il fatto che tutto ciò sia stato trasformato in un brevetto non significa che presto lo vedremo implementato all'interno di qualche motore di ricerca realmente esistente; è tuttavia un'indicazione preziosa per capire in che direzione vogliono muoversi i detentori dei diritti.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|
Gladiator