O una maschera.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-12-2019]
In un mondo che fa sempre più affidamento sulla biometria in generale e, in questi ultimi tempi, sul riconoscimento facciale in particolare, viene da chiedersi quanto accurati e al riparo da errori questi sistemi siano.
La risposta, stando alle indagini di Kneron, è «non molto».
L'azienda (che si occupa di intelligenza artificiale) ha inviato alcuni dei propri esperti in giro per il mondo per mettere alla prova sul campo i sistemi di riconoscimento posti in diversi luoghi, dai negozi agli aeroporti, scoprendo che molti di essi non sono all'altezza del loro compito.
Gli emissari che hanno provato a confondere i sistemi di riconoscimento facciale nei negozi cinesi e asiatici in generale, dove questo sistema biometrico è piuttosto diffuso - hanno per esempio scoperto che una maschera 3D di buona qualità permette di aggirare tranquillamente il controllo.
Sistemi di pagamento come AliPay e WeChat non hanno mosso obiezioni alla presenza della maschera, ritenendo che si trattasse invece di un volto reale. Così, se si ha il modo di realizzare una maschera di qualità, si può fare acquisti indossando il volto di qualcun altro e addebitando a questa persona tutte le proprie spese.
Peggio ancora è andata nell'aeroporto olandese di Schiphol, il maggior aeroporto dei Paesi Bassi: per ingannare i sensori è bastata una foto mostrata sullo schermo di un telefonino. Lo stesso metodo è servito per pagare i biglietti dei treni nelle stazioni cinesi che usano il riconoscimento facciale.
Ora, è vero che Kneron stessa ammette che l'utilizzo delle maschere per condurre truffe sia difficile, anche perché la realizzazione delle maschere stesse è stata fatta in un laboratorio specializzato giapponese la cui abilità non si trova sovente nel resto del mondo. Tuttavia il pericolo è reale.
Se poi si considera come ingannare i sistemi di riconoscimento dei trasporti pubblici si sia rivelato quasi banale, si comprende come le preoccupazioni circa la facilità con cui un terrorista possa fare lo stesso non siano campate in aria.
«Tutto ciò» - conclude Albert Liu. CEO di Kneron - «ci mostra la minaccia per la privacy degli utenti costituita da sistemi di riconoscimento facciale inefficaci e che vengono spacciati per "IA". La tecnologia per risolvere questo problema è disponibile, ma le aziende non l'hanno ancora adottata. Prendono delle scorciatoie e a farne le spese è la sicurezza».
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Homer S.