Gli sviluppatori più importanti invecchiano. Ci saranno nuove leve pronte a prenderne il posto?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-07-2020]
Chi vede solo il proprio computer con Windows probabilmente penserà che Linux sia un argomento da appassionati, un progetto magari interessante ma che non ha alcuna rilevanza pratica.
Invece, negli ultimi 30 anni Linux (nel senso del kernel) è diventato non solo una delle componenti fondamentali di Internet, poiché la stragrande maggioranza dei server monta proprio una distribuzione Linux, ma si trova anche negli smartphone (Android) e in tutta una varietà di dispositivi, dai router agli apparecchi della Internet of Things.
Linux è tanto importante che diverse grandi aziende contribuiscono al suo sviluppo e persino Microsoft negli ultimi tempi lo ha abbracciato (sperabilmente, non per soffocarlo).
Il futuro di Linux, quindi, non è un argomento di importanza secondaria. A parlarne di recente è stato Linus Torvalds, che di Linux è l'inventore e tuttora ha il ruolo di coordinatore dell'intero sviluppo del kernel, in una conferenza virtuale con Dirk Hohndel, di VMware.
Ciò che preoccupa Linus è una domanda in particolare: quando la generazione attuale di sviluppatori non sarà più attiva, ci sarà chi potrà portare avanti il lavoro?
Linus Torvalds stesso ha cinquantun anni, e non si può più definire un giovanotto. Molti degli altri sviluppatori e coordinatori più importanti si trovano tra i cinquanta e i sessant'anni. Che cosa succederà tra dieci, venti, trent'anni?
«A un certo punto tutti noi, come comunità, dobbiamo iniziare a pensare al ricambio generazionale» ha commentato Hohndel. «Che cosa facciamo».
Torvalds ha risposto, spiegando che per fortuna le cose non sono così disastrose come appaiono. È vero che i leader della comunità hanno una certa età. Ma «molte delle nuove leve non hanno nemmeno cinquant'anni; e spesso sono loro a fare il lavoro vero. Quelli che sono in circolazione da trent'anni - sì - stanno diventando vecchi e grigi. Ma... quelli che sono in giro da così tanto... Ci siamo spostati in ruoli di mantenimento e gestione».
Il problema si sposta, insomma: non si tratta di trovare sviluppatori che aggiungano nuove caratteristiche, ma maintainer che controllino il codice scritto da altri fino all'integrazione nel ramo principale.
«Abbiamo scoperto» - ha spiegato Linus - «che è molto difficile trovare persone che vogliano fare i maintainer. Uno dei lati negativi di essere un maintainer del kernel è che bisogna essere sempre presenti. Ogni giorno. Bisogna leggere le email, rispondere alle email... bisogna essere presenti».
E non a tutti piace farlo. Anzi, non è certo il lavoro più amato. Anche perché per un programmatore raggiungere quel livello di fiducia per cui l'intera comunità di sviluppatori può tranquillamente affidarsi alle sue decisioni richiede tempo, fatica e lavoro costante.
Linux continuerà a crescere, quasi certamente. Ma presto o tardi sarà necessario trovare gente che voglia affrontare la parte più noiosa del lavoro, quella forse meno creativa: al di là di tutte le questioni tecniche, è questa la sfida di Linux per il prossimo ventennio.
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