La Stampa, L’Espresso, il Corriere e il metodo redazionale: nessuno rilegge



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 03-02-2021]

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Molta gente mi dice che esagero quando parlo di metodo redazionale scadente e disastroso ogni volta che un giornale pubblica una bufala.

"Dai, Paolo" mi dicono "è soltanto un errore, errare è umano, gli sbagli succedono a tutti". Certo, i refusi càpitano a tutti. Anche a me, e chi segue questo blog lo sa bene.

Ma io sto parlando di metodo di lavoro. Ossia di abitudini e di scelte precise quotidiane, che prima o poi portano inesorabilmente a disastri.

È un po' come l'elettricista che tutti i giorni taglia e giunta fili senza staccare la corrente: è proprio un modo di lavorare, un'abitudine cementata. Per un po' gli va liscia, ed è pure contento perché risparmia tempo e disagi al cliente. Poi rimane folgorato, e a quel punto tutti piangono.

Per esempio, pubblicare senza rileggere, o senza far rileggere, è ormai un metodo di lavoro consolidato in tutte le redazioni di cui vedo le pubblicazioni. E i risultati si vedono.

Un altro esempio è il titolo che dice una cosa mentre l'articolo ne dice un'altra, perché il titolista (ammesso che esista questa fantomatica figura) non parla col giornalista e non capisce una cippa di quello che sta titolando. Neanche lui rilegge. E i risultati si vedono.

Ma ci vuole un livello d'incoscienza speciale, un metodo di lavoro particolarmente scalcinato e incurante delle conseguenze, per fare quello che è successo oggi a Fabio Pozzo su La Stampa.

Cosa c'è che non va nel metodo di lavoro di Fabio Pozzo? Beh, oggi ha scritto (o perlomeno ha firmato) un pezzo sugli armatori e sull'aumento dei prezzi delle spedizioni via nave. Quello che vedete nell'immagine all'inizio dell'articolo e che trovate in copia permanente qui: archive.is/FWCKV.

In quell'articolo c'è un passaggio molto delicato, perché "entra in un campo, quello della concorrenza, che è un nervo scoperto x gli armatori, non vorrei si causasse qualche reazione", dice Pozzo o chi per lui. Testuali parole.

Come faccio io a conoscere queste testuali parole? Perché sono state scritte nel testo dell'articolo.

In altre parole, Fabio Pozzo (o chi per lui) ritiene che sia un metodo di lavoro accettabile scrivere i promemoria interni confidenziali nel testo dell'articolo. Agevolo screenshot. Notate niente?

lastampa 2021 02 01 20 55 35

La cosa tragicomica è che quel promemoria era chiaramente confidenziale: "L'argomento sotto è molto delicato, valuta tu se dare un'impronta un po' più sfumata in quanto si entra in un campo, quello della concorrenza, che è un nervo scoperto x gli armatori, non vorrei si causasse qualche reazione".

Beh, se si scrivono e si lasciano i commenti interni negli articoli pubblicati, sì, "qualche reazione" si causa eccome. Forse non quella degli armatori, ma quella dei lettori.

  1. il giornalista scrive gli appunti confidenziali nel testo dell'articolo (primo errore fondamentale)
  2. non rilegge quello che ha scritto prima di inviarlo per la pubblicazione (secondo errore fondamentale)
  3. e nessuno in redazione legge prima di pubblicare (terzo errore fondamentale)

Questo è un classico esempio di metodo di lavoro fallimentare e sbagliato: è l'elettricista che lavora sui cavi in tensione. Qui non è un refuso: è proprio un comportamento incosciente di una redazione. Di cui noi lettori paghiamo le conseguenze. Per un po' va tutto bene, si risparmiano tempo e soldi, fino a quando va male. Come oggi.

Questo comportamento non è occasionale e non è limitato a La Stampa. Ecco un esempio fresco fresco da l'Espresso. Edizione cartacea, quella che non si può correggere facendo finta che non sia mai successo nulla:

dieresi
dieresi2

Sì, qui è rimasta l'istruzione "mettere la dieresi sulla "u" per favore!". Perché nessuno rilegge.

E questo è un titolo di oggi del Corriere, che parla della nota città di News York a caratteri cubitali: nessuno rilegge.

corriere news york

Fabio Pozzo de La Stampa, dopo la mia segnalazione su Twitter, ha corretto l'articolo. Anche il Corriere ha cambiato il titolo (solo nella versione per desktop; la versione per smartphone lo riporta ancora). Per L'Espresso, invece, niente da fare: verba volant, scripta manent. Se le scripta sono su carta, s'intende.

Questo, sottolineo, è soltanto il bollettino dei disastri di oggi.

Speriamo che la lezione sia stata imparata, non soltanto da Pozzo, ma da tutta la filiera di produzione. E magari anche da chi si avvicina al giornalismo e vuole evitare queste brutte figure.

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Paolo Attivissimo

(C) by Paolo Attivissimo - www.attivissimo.net.
Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 14)

Notevole... :lol:
8-2-2021 19:08

Riassunto della trama di uno sceneggiato in TV (quello che si vede col tasto info): Un consigliere comunale aveva ucciso la moglie dopo avere occultato il cadavere in uno stabile in demolizione
8-2-2021 00:12

Siamo alla festa della mediocrità ma la parte peggiore di tutto ciò temo sia la scarsa o nulla sensibilità del grande pubblico che nemmeno si rende conto di questo degrado... :cry:
7-2-2021 14:47

M$ docet... Leggi tutto
7-2-2021 14:45

Beh, a dirla tutta, l'articolo di Pozzo mi sembra più completo e coerente con la parte finale che, in caso qualcuno avesse correttamente letto la nota dell'autore, sarebbe anche potuta essere eliminata o pesantemente edulcorata... In ogni caso, sì, la situazione è veramente sempre più deteriorata causa riduzione di costi e competenze.
7-2-2021 14:45

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