Uno studio afferma che dal modo in cui si guida è possibile capire se si stia sviluppando qualche disturbo cognitivo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 23-05-2021]
Che le persone affette da demenza o disturbo cognitivo lieve (MCI) guidino peggio di quanti non soffrono di queste patologie è un'idea che può sembrare ovvia, ma un recente studio sostiene che proprio dal modo in cui si guida è possibile capire precocemente se i sintomi stiano iniziando a svilupparsi.
Lo studio in questione è stato pubblicato su Geriatrics e, per ammissione dei suoi stessi autori, costituisce un lavoro preliminare. I ricercatori pensano tuttavia di aver imboccato una strada promettente per una scoperta precoce della demenza, che potrebbe anche avvenire attraverso una semplice app per smartphone.
I ricercatori si sono appoggiati ai dati di uno studio a lungo termine chiamato LongROAD (Longitudinal Research on Aging Drivers), che ha seguito per un massimo di quattro anni il comportamento alla guida di quasi 3.000 persone anziane; durante questo periodo 33 volontari hanno sviluppato un disturbo cognitivo lieve, e 31 una forma di demenza,.
Partendo da queste informazioni è stato sviluppato un algoritmo di machine learning finalizzato a individuare quei comportamenti alla guida che si configurino come segni premonitori delle due patologie allo studio.
«Basandoci su variabili derivate dai dati relativi alla guida e a caratteristiche demografiche di base, come l'età, il sesso, la razza/l'etnia e il livello di istruzioni, possiamo predire lo svilupparsi di disturbo cognitivo lieve e demenza con una precisione dell'88 per cento» ha spiegato l'autrice principale dello studio, Sharon Di.
Gli autori, come già accennavamo, riconoscono d'altra parte i limiti del loro lavoro: pochi sono i casi, presi in considerazione dallo studio, di persone con le due patologie e ulteriori indagini sono necessarie per confermare i primi risultati e per approfondire le differenze nel comportamento alla guida tra chi sviluppa MCI e chi sviluppa demenza.
Tuttavia, già ora la ricerca si spinge a prevedere un'app per smartphone, o un programma installato nell'auto, che sia in grado di rilevare un eventuale declino cognitivo prima ancora che appaiano sintomi evidenti, partendo dal modo in cui si conduce il mezzo.
«Se la loro efficacia verrà confermata» - afferma Guohua Li, altro autore dello studio - «gli algoritmi sviluppati in questo studio potrebbero fornire uno strumento innovativo e non invasivo per il rilevamento e la gestione delle difficoltà derivanti dal disturbo cognitivo lieve o dalla demenza nei guidatori anziani».
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA |
|
|
||
|