L'ennesima operazione finanziaria senza alcun contenuto industriale.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-11-2021]
Ormai il progetto degli americani di KKR su TIM è chiaro: acquisire l'azienda italiana, ancora una volta a debito, poi pagare il debito e guadagnarci spaccando almeno in due l'attuale azienda: da una parte la Rete fissa e mobile e dall'altra le attività commerciali nel fisso e nel mobile.
La parte più pregiata è la Rete: al netto di Fibercop (in cui KKR è già presente e che potrebbe essere riaccorpata con la nuova società), la rete in rame e la rete mobile, le cui torri sono già però di un'altra società del Gruppo, cioè la Inwit, la Rete è la fonte della maggior parte degli utili TIM poiché i suoi concorrenti nel fisso e gli operatori virtuali nel mobile devono servirsene.
La parte invece di commercializzazione è sempre in rosso o quasi, con tariffe spesso meno vantaggiose per i clienti rispetto alla concorrenza, e conti appesantiti da accordi come quello con Dazn.
Il personale della Rete è di circa 13.000 unità, addirittura sotto organico rispetto alle esigenze di servizio; il restante personale, circa 30 mila addetti, è nei servizi, nei customer care e nella rete di vendita, nonostante una forte riduzione e il ringiovanimento degli organici, ancora con numeri superiori ai parametri di efficienza.
Salvaguardare l'occupazione attuale separando in due la TIM diventa estremamente problematico e comunque a questo punto il primo gestore telefonico italiano (e fra i primi in Europa( sparirebbe; dietro un'eventuale crisi della parte commerciale ci sarebbe tutto l'indotto di una rete di agenzie e negozi in franchising, con diverse migliaia di addetti esterni all'azienda.
Si tratta quindi dell'ennesima operazione finanziaria che non porta alcun valore aggiunto all'azienda, anzi rischia di impoverire ancora il nostro Paese dal punto di vista occupazionale, gravando sui conti dello Stato per il costo di nuovi ammortizzatori sociali e senza apportare nuovi investimenti su servizi e Rete.
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