I contenuti degli utenti le avrebbero procurato un disturbo da stress post-traumatico.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-12-2021]
Poco meno di due anni fa, a lamentarsi erano stati i moderatori di YouTube: costretti, per via del loro stesso lavoro, a esaminare video il cui contenuto può essere inquietante, disgustoso o scioccante, avevano rivelato di essere esposti alla possibilità di sviluppare disturbi mentali.
Ora lo stesso problema viene sollevato dai moderatori di TikTok, i quali affermano di trovarsi in una situazione tanto dolorosa da averli spinti a dare vita a una class action per farsi ascoltare dell'azienda per cui lavorano.
L'azione legale contro ByteDance (l'azienda proprietaria di TikTok) è stata avviata dalla moderatrice Candie Frazier, la quale ha rivelato di essersi trovata a esaminare filmati con scene di cannibalismo, suicidi, decapitazioni e pedopornografia.
TikTok - ammette Frazier stessa - ha introdotto delle linee guida per aiutare i moderatori ad affrontare i disagi causati da ciò che vedono - tra cui turni limitati a quattro ore e la presenza di supporto psicologico - ma non le avrebbe attuate: i turni sarebbero in realtà da 12 ore, con una sola ora di pausa-pranzo e altre due pause di 15 minuti l'una, durante le quali ogni moderatore deve esaminare centinaia di video.
Per l'esame di ogni filmato ci sono a disposizione soltanto 25 secondi e spesso, per velocizzare il lavoro, i dipendenti vengono spinti a "guardare" da tre a dieci video contemporaneamente.
Tutto ciò - afferma Candie Frazier - l'ha portata a sviluppare un disturbo da stress post-traumatico (esattamente come sostenevano i suoi colleghi impiegati presso YouTube), che per lo più le impedisce di dormire; quando poi riesce ad addormentarsi, il sonno è continuamente disturbato da «incubi orribili».
La donna è convinta che anche gli altri moderatori si trovino nella medesima situazione (motivo per il quale ha avviato la class action): da ByteDance pretende quindi un risarcimento per i danni psicologici subiti, accanto a un obbligo per l'azienda - sancito da un tribunale - di attuare correttamente le pratiche di supporto che in teoria dovrebbero già essere in vigore.
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Homer S.