Cassandra Crossing/ Le mascherine ''strane'' e il doppio naso si sono viralizzati; ma che dire dei futuri conflitti tra Intelligenza Artificiale e salute dell'Infosfera?
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 24-02-2022]
Si è scritto che un noto politico avesse quattro narici, e che i suoi colleghi indossassero mascherine photoshoppate.
Ma non è vero; ciò è stato provato da analisi tecniche, così ben riassunte da Paolo Attivissimo in questo suo podcast che non vale la pena ripeterle qui.
A grandi linee cosa è quindi successo?
Una foto pubblicata in Rete, con un gruppo di persone note e meno note, sembrava "strana", e qualcuno aveva espresso, a voce molto alta, il dubbio, prontamente amplificato a dismisura dai media, che le persone nella foto originale non indossassero le mascherine, ma che queste in un secondo tempo fossero state loro "incollate" sul volto usando un programma di fotoritocco, al fine di poter pubblicare la foto.
Così non è. La foto è stata semplicemente trattata con filtri automatici per "migliorarla", filtri come quelli che aumentano la nitidezza, migliorano i colori o cancellano gli "occhi rossi".
Si tratta di un'operazione ormai normale per tutte le immagini pubblicate, sia su carta che in Rete; ed operazioni di "miglioramento" sono sempre più spesso eseguite anche automaticamente dai cellulari, all'insaputa dei loro utilizzatori.
Se questi "filtri", in passato, si basavano su formule matematiche astruse ma i cui effetti erano prevedibili, quelli più moderni, come quello incriminato, si basano su tecniche di Intelligenza Artificiale, e riescono ad ottenere risultati imprevedibili e impensabili fino a pochi anni fa, anche senza nessuna necessità di intervento da parte di chi questi filtri usa.
Il filtro in questione doveva "migliorare" le facce e ha fatto quello che doveva come poteva, agendo anche sui lineamenti appena accennati sotto ad una mascherina, e anche su un viso inquadrato di tre quarti. E qui finisce la notizia di cronaca.
In questo caso infatti il problema che angustia Cassandra e che le fa pronunciare fosche profezie è legato non al futuro prossimo ma ad uno appena più lontano, eppure sempre assai vicino; prendiamo quindi la sfera di cristallo ed esaminiamo meglio questo "cavallo di legno".
Il filtro fotografico dotato di IA usato nella foto suddetta deve "migliorare" l'immagine, e per far questo applica tecniche di riconoscimento di oggetti, in primis facce, e su queste applica algoritmi di "miglioramento".
Abbiamo quindi già un problema; cosa vuol dire, in realtà, "migliorare" una foto?
La foto è una rappresentazione il più possibile fedele di una certa realtà, colta in un certo istante e da un certo punto di vista, con i limiti dello strumento che viene utilizzato per riprenderla.
Quello che si ottiene, con le sue sfocature, i suoi occhi rossi o chiusi, le sue mascherine o i suoi sfondi indesiderati, è la "realtà" più vera, o meglio la migliore approssimazione di essa ottenibile con lo strumento utilizzato.
Quando si lavora sulla foto, anche con i semplici comandi di contrasto e luminosità, la realtà comincia ad essere alterata, ma va bene così.
Se ritagliamo l'inquadratura, una parte della realtà si perde, ma può andar bene così.
Se togliamo gli occhi rossi, che erano davvero rossi, l'immagine per quel particolare non rappresenta più la realtà, ma è poca cosa, e va bene così.
Se ritagliamo ed eliminiamo un'automobile dallo sfondo, perché con il soggetto principale della foto non c'entra, forse "miglioriamo" la foto, ma essa comincia anche a "mentire", perché c'era una cosa ed ora non c'è più.
Se ritagliamo ed eliminiamo un intruso da un gruppo di persone la foto forse "migliorerà" da un certo punto di vista, ma "mentirà" in modo evidente da tutti gli altri, anche se nell'album fotografico di un matrimonio potrebbe andar bene così.
Nel suddetto album magari sarebbe ammissibile anche applicare un filtro che faccia sorridere tutti, anche le persone annoiate o contrariate dal matrimonio. Un Don Rodrigo contento al matrimonio di Renzo e Lucia.
Ma stiamo percorrendo una strada pericolosissima.
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