L'unità si può estrarre, ma un blocco a livello di firmware impedisce di cambiarla con un'altra.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 22-03-2022]
Se fosse per Apple, probabilmente il concetto di "computer desktop" - con l'implicazione che sia possibile intervenire per migliorarne certi componenti, dalla RAM alla memoria di massa - sarebbe morto e sepolto.
Nelle scorse settimane, l'azienda di Cupertino ha svelato il Mac Studio, un computer che, per quanto "concentrato" possa essere", resta classificabile come un desktop: più potente e ingombrante di un Mac Mini, ma meno di un Mac Pro.
Non appena i primi esemplari sono finiti nelle mani dei recensori qualcuno ha provato, com'è normale, a smontarlo per capire come sia stato progettato all'interno e se sia possibile espanderlo da un punto di vista hardware: una caratteristica, come dicevamo all'inizio, che è generalmente considerata ovvia per un PC di questo tipo ma che, quanto si ha a che fare con i prodotti del mondo Apple (o con quelli degli imitatori), non può essere data per scontata.
Inizialmente Apple sembrava essersi comportata in maniera relativamente permissiva: sebbene la procedura di smontaggio fosse abbastanza complicata e non esattamente alla portata dell'utente comune, pareva infatti che sostituire l'unità SSD interna fosse possibile anche senza doversi rivolgere a un centro d'assistenza specializzato.
Si tratta, dopotutto, di un'esigenza abbastanza comune: capita di acquistare un computer convinti che la memoria di massa in dotazione sia sufficiente per tutte le possibili necessità salvo accorgersi dopo qualche tempo che sarebbe stato preferibile puntare a una soluzione più capiente. Così, di regola, semplicemente si acquista un nuovo SSD e lo si sostituisce a quello originale.
Ebbene, nonostante le prime impressioni, nel caso del Mac Studio ciò non si può fare.
Come ha scoperto il canale YouTube Max Tech, l'impossibilità non è fisica: dopotutto era già stato dimostrato che estrarre l'unità SSD montata in fabbrica è possibile. Essa è software: il blocco è stato infatti applicato a livello di firmware.
Che Apple voglia semplicemente evitare che qualcuno non abbastanza esperto metta le mani all'interno dei propri, accuratamente progettati, PC, o che preferisca vendere i propri costosi SSD sostitutivi anziché consentire all'utente di puntare in autonomia a soluzioni più economiche, poco importa a chi abbia già acquistato un Mac Studio: in ogni caso la sostituzione della memoria di massa non è a portata dell'utente.
Ciò d'altra parte è in linea con la posizione ufficiale dell'azienda, che recita: «Il Mac Studio non è accessibile dall'utente». Non solo: in fase di configurazione, il sito ufficiale avverte: «Se credi che in futuro ti servirà più spazio, configuralo subito con una capacità più alta». Come dire: non avrai modo di pentirtene in seguito.
In questa situazione, ciò che è davvero irritante è il fatto che Apple abbia deciso di adottare un SSD fisicamente rimovibile - anziché saldarlo come fa, per esempio sui MacBook M1 - salvo poi pensare di impedire via software un intervento da parte di chi, dopotutto, ha acquistato il computer magari pensando di poterlo alterare per tutto ciò che è ragionevolmente pratico.
Questa situazione diventa poi tanto più fastidiosa se si considera che come dicevamo all'inizio, il Mac Studio è un computer desktop (e considerato di fascia "professionale", pur non arrivando ai livelli del Mac Pro), non un all-in-one o di un ultraportatile, formati che già fanno pensare a minori possibilità di modifica.
D'altra parte, da diverso tempo ormai Apple sta cercando in tutti i modi di convincere i propri utenti che i computer vanno trattati come gli smartphone: per la sistemazione, o il semplice upgrade, ci si deve rivolgere a un centro autorizzato o, meglio ancora, si deve comprare un nuovo modello. Chi sceglie la mela morsicata dovrebbe ormai averlo capito.
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