La UE obbligherà WhatsApp, Facebook e Apple a cooperare nella messaggistica

Col Digital Markets Act i grandi instant messenger dovranno essere aperti ai servizi più piccoli. Sono già partite le proteste.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 29-03-2022]

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Dopo otto ore di discussioni a tre tra il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e il Consiglio Europeo, ha preso forma la bozza di un documento che ha già irritato almeno Apple e Facebook: il Digital Markets Act.

Si tratta di una proposta per l'introduzione di una direttiva che obblighi i maggiori fornitori di servizi di messaggistica a cooperare, facendo in modo che le rispettive piattaforme possano interagire tra loro ma anche con le piattaforme meno diffuse.

La direttiva prevede obblighi per «i social network o i motori di ricerca», ossia quelle realtà che, per la posizione dominante che hanno assunto, sono «le più propense a cedere a pratiche commerciali scorrette».

Nel dettaglio, nel mirino dell'Europa ci sono le aziende con una capitalizzazione di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi, e che forniscano servizi come «browser, messenger o social media» con almeno 45 milioni di utenti finali al mese e 10.000 utenti aziendali all'anno.

Si capisce quindi come mai Apple e Facebook si sentano prese di mira, ma è chiaro che anche giganti come Microsoft e Google rientrano nel quadro, la cui prima finalità è stabilire l'interoperabilità tra i vari sistemi di instant messaging.

La comunicazione ufficiale della UE menziona direttamente WhatsApp, Facebook Messenger e iMessage come esemplari di grandi piattaforme che dovranno, se la direttiva diventerà realtà, «aprirsi e interagire con le piattaforme minori, qualora queste ne facciano richiesta».

In pratica, ciò significa che un messaggio partito da WhatsApp dovrà poter arrivare direttamente su iMessage ma anche su Telegram e su qualunque altro servizio sia interessato ad ottenere l'interoperabilità.

Apple ha già rilasciato un commento in proposito. Parlando con The Verge, un portavoce ha fatto sapere che l'azienda ritiene il DMA un pericolo per gli utenti, dei quali metterebbe a rischio la privacy e la sicurezza: esse non potrebbero infatti più essere garantite dall'utilizzo di una piattaforma chiusa e completamente controllata e controllabile.

Inoltre, sempre secondo Apple, queste regole impedirebbero all'azienda di «far pagare l'utilizzo della nostra proprietà intellettuale, nella quale investiamo grandemente», mettendo di conseguenza a repentaglio la concorrenza.

Gli scopi del DMA non riguardano soltanto gli instant messenger. Il testo prevede anche che in un prossimo futuro «il legislatore» affronti la questione dell'interoperabilità tra i social network, e che certe libertà siano garantite agli utenti: innanzitutto quella di poter essere oggetto di pubblicità mirate soltanto dopo aver fornito il proprio esplicito consenso; poi quella di poter liberamente scegliere browser, motore di ricerca o assistente virtuale.

Perché tutto ciò diventi obbligatorio, però, sono necessari prima altri passaggi burocratici: il testo deve essere ancora valutato dal punto di vista tecnico e legale, per essere poi approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio.

Se tutto ciò avrà esito positivo, allora entrerà in vigore 20 giorni dopo l'ultima approvazione, e sei mesi dopo tutti i soggetti coinvolti dovranno esservisi conformati.

In caso contrario rischieranno sanzioni pari al 10% del fatturato globale totale, cifra che potrà arrivare al 20% in caso di violazioni ripetute.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 8)

Beh i legislatori tendenzialmente ti dicono questa è la legge poi sono .azzi tuoi rispettarla... e, vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che questo accada sempre più di frequente. Leggi tutto
2-4-2022 14:17

Sono comunque totalmente d'accordo con questi concetti, basando ovviamente l'interoperabilità su un protocollo comune almeno di minima. Leggi tutto
2-4-2022 14:15

Vero, ma è anche vero che non è un problema loro. La politica si propone di definire diritti e doveri, non di specificarne la modalità di realizzazione. L'aspetto che menzioni, perfettamente fondato, dovrà essere oggetto degli studi di fattibilità dei comitati tecnici preposti: anche per questo esigere un formato aperto ha senso ed... Leggi tutto
31-3-2022 13:41

Sarebbe interessante sapere in base a quale criterio i vari servizi siano stati suddivisi in "grandi" e piccoli", ad esempio Telegram con mezzo miliardo di utenti sarebbe "piccolo"? Ma a parte questo aprire servizi interamente criptati end-to-end ad altri che non lo sono dimostra ancora una volta che i politici... Leggi tutto
31-3-2022 12:30

Io concordo, purtroppo la realtà dei fatti è che tutti questi servizi non sono equipotenti. Questo dà a ciascuno di loro un pretesto per giustificare la loro contrarietà. Leggi tutto
29-3-2022 14:57

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