Ma abbiamo smesso, almeno per il momento.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 15-08-2019]
Per quanto nascoste e poco chiare possano sembrare le pratiche poste in essere da Amazon, Google, Apple e Microsoft, questi quattro giganti avevano almeno una scusa: ascoltavano le conversazioni degli utenti per migliorare i sistemi di riconoscimento vocale, pratica quantomeno accennata nelle condizioni d'uso.
Il caso di Facebook è un po' diverso. Anche il social network in blu è stato scoperto a curiosare tra le conversazioni degli utenti: in particolare, pagava del personale per ascoltare e trascrivere i messaggi vocali trasmessi via Messenger.
Nessuno, in realtà, se ne sorprende. Però la situazione è ancora più nebulosa di quella in cui si trovano gli altri quattro.
Facebook - che ha ammesso la pratica, precisando di averla «sospesa» da oltre una settimana, ossia da quando le polemiche sui suoi "colleghi" si sono fatte più accese - afferma che le trascrizioni servono a migliorare l'interpretazione dei messaggi vocali da parte della propria intelligenza artificiale. Scopo della quale può essere solo la fornitura di pubblicità sempre più mirate.
Eppure, fino all'altro ieri il social network negava di raccogliere audio dagli utenti: Mark Zuckerberg l'ha dichiarato apertamente davanti al Congresso statunitense. A quel tempo (nell'aprile dell'anno scorso), la possibilità che Facebook ascoltasse ciò che gli utenti dicono era stata definita da Zuckerberg una «teoria cospiratoria».
Non solo: sebbene le norme sulla privacy proprie di Facebook parlano in generale dell'utilizzo dei dati degli utenti, da nessuna parte si fa menzione del trattamento delle conversazioni che - soprattutto in quanto si tratta di chat complete e non di frammenti captati per errore, come nel caso degli assistenti vocali - sicuramente contengono spesso informazioni molto personali.
Il problema di fondo, insomma, è la trasparenza. Se gli iscritti a Facebook vogliono concedere alla creatura di Zuckerberg di curiosare in ciò che si dicono, sono padronissimi di farlo: ma dovrebbero poterlo scegliere, non essere cooptati a forza.
C'è poi un'ultima domanda che sorge da tutto ciò. Facebook ha ammesso di ascoltare le conversazioni di Messenger dopo averlo negato per anni (pur sostenendo di aver smesso, almeno temporaneamente). Chi ci assicura che non faccia lo stesso con WhatsApp?
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