I soldi del colore

Cassandra Crossing/ Si possono monetizzare gli standard? Ed è ammissibile farlo?



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-11-2022]

tricolore pantone

Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio. Questa è una puntata molto seria. Il titolo non è un omaggio dislessico al film di Scorsese, anche se ne usa le parole. È invece una puntata patriottica di questa rubrica, visto che tratta della bandiera italiana. Avrebbe potuto anche intitolarsi "I soldi del Tricolore".

Proprio la bandiera italiana è un esempio di quanto il cercare di spremere soldi da ogni brandello di conoscenza può portare a cose assurde e, almeno per Cassandra, inaccettabili. Infatti quando Cassandra inserisce il tricolore in questo articolo, nella sua magnificenza cromatica di verde, bianco e rosso, non deve ovviamente pagare nessuno. Potrebbe incorrere in un reato se ne facesse abusi previsti e puniti dalla legge, ma per usi leciti come questo non si deve pagare niente e nessuno.

Purtroppo la cosa è divenuta po' meno "pacifica" alla luce di un fatto informatico recentissimo. Infatti se, per essere più precisa, come previsto dalla legge (DPCM 14 aprile 2006), Cassandra avesse descritto il tricolore con precisione assoluta e avesse scritto "...nella sua magnificenza cromatica di Pantone tessile 17-6153 TCX (Fern Green), Pantone tessile 11-0601 TCX (Bright White) e Pantone tessile 18-1662 TCX (Scarlet Red)..." si sarebbe avvicinata molto alla necessità di dover pagare.

Infatti per stampare qualche copia della bandiera, descritta graficamente in quest'ultimo modo, usando una copia di Adobe Photoshop appena comprata o aggiornata, avrebbe dovuto pagare 15 dollari per un plugin, oppure rassegnarsi a vedere la bandiera stampata (non è uno scherzo!) come un tetro rettangolo nero.

Impossibile? No, come riportato in questo articolo, si tratta di una novità recente, annunciata pubblicamente da due aziende del calibro di Adobe, produttrice del software Photoshop, e di Pantone, l'azienda che detiene la proprietà intellettuale e il controllo dello standard commerciale Pantone.

Lo standard Pantone descrive in maniera estremamente precisa i colori usati, un tempo come adesso, nei processi di stampa, e oggi è esteso alla colorimetria di qualsiasi mezzo di visualizzazione o riproduzione grafica, inclusi quelli digitali. Trattandosi di una proprietà intellettuale, i colori Pantone, inclusi i loro nomi, devono essere licenziati per poter essere utilizzati. E si paga.

Stampare qualcosa usando Photoshop richiede di usare un plugin, una libreria di colore (per gli addetti ai lavori: un file .ACB); ovviamente il software Photoshop, come tutti gli altri, anche quelli liberi, contiene tutte le più comuni librerie di colori preinstallate.

Anche la libreria Pantone era inclusa fino a pochi giorni fa in Photoshop; ma nell'ultima versione è stata rimossa e deve essere acquistata a parte, al prezzo, effettivamente modico, di 15 dollari. Altrimenti, stampare qualsiasi cosa descritta in termini di colori Pantone, inclusa la bandiera italiana, produrrà un'immagine completamente nera.

Se è vero che il patriottismo non ha prezzo, il software commerciale lo ha, e ora anche lo standard Pantone introduce dei costi, legalmente dovuti anche per stampare la bandiera italiana. E descrivere la bandiera in termini che richiedono pagamenti non sembra molto... corretto? Giusto? Legale? Patriottico?

Ma c'è una soluzione, che Cassandra propone rispettosamente e seriamente, qui e ora. Oltre al software libero esistono anche gli standard liberi; nel campo della colorimetria esiste ad esempio lo standard Open Color.

Cassandra è cosciente che, dal punto di vista tecnico, una modifica del genere non è cosa banale come potrebbe apparire. Ma a fronte di quanto appena accaduto e sopra descritto, propone alla Presidenza del Consiglio di ridefinire in maniera non commerciale i colori del tricolore, utilizzando uno standard aperto, libero e gratuito, come Open Color o altro standard non commerciale equivalente. Non si spinge ovviamente fino a suggerire una scelta dello standard o dei colori, decisione che dovrà ovviamente essere delegata alle sedi opportune.

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 20)

No il parlamento europeo ha sede a Strasburgo, dove ci sono normalmente esposte le bandiere di tutti i paesi, ma in certe occasioni il parlamento europeo si trasferisce a Bruxelles, in un palazzo altrimenti chiuso per mesi è probabilmente non avevano trovato la bandiera italiana da esporre ed hanno preso la prima che gli... Leggi tutto
9-11-2022 16:43

No, è che si impietosirono e vollero attribuirci la cittadinanza irlandese... :malol: Leggi tutto
9-11-2022 16:00

No Pantone si è confuso credeva di essere Adobe, Microsoft, Apple e Corel, e quindi oligopolista del mercato dei programmi di grafica e non uno dei fornitori ( il più apprezzato fino ad oggi!) di font e mazzette colori. Quando un cliente comincia ad avere problemi con un suo fornitore, commercialmente mette allo studio, se non lo ha già... Leggi tutto
9-11-2022 15:44

Basterebbe una codifica come CMYK o RGB, certo. Il problema è che Pantone è sempre stato visto come lo standard di riferimento. Non è trovare un'alternativa, è farla accettare a tutti, la difficoltà. Leggi tutto
8-11-2022 21:12

{giuseppe}
E' un problema inesistente. I codici Pantone sono... codici, non colori. Questi ultimi per ora non sono di proprietà di nessuno. Basta quindi un altro codice o nome per definire il colore, e le cose si risolvono. Pantone è stata colta da una crisi di avidità, come era stato a suo tempo per CompuServe con i Gif.... Leggi tutto
8-11-2022 09:45

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