Le app diventano così capaci di correggere da sole i propri bug.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 13-04-2023]
Sin da quando è iniziata la frenesia generata dalla pubblica disponibilità dei servizi di Intelligenza Artificiale, c'è stato chi ha annunciato l'estinzione prossima dei programmatori, ormai inutili in un mondo in cui i computer sono in grado di scrivere codice in autonomia.
Nonostante le perplessità di Stack Overflow e gli studi che mostrano come affidarsi ciecamente al codice generato automaticamente sia una ricetta per il disastro, è pur vero che in certi casi le IA possono essere d'aiuto nel suggerire la risoluzione di un problema di programmazione individuando bug ed errori e fornendo il codice adatto, soprattutto se il problema stesso è di portata limitata.
Lo sviluppatore BioBootloader ha deciso di mettere alla prova su larga scala questo tipo di applicazione dell'Intelligenza Artificiale, creando un programma che è in grado di eseguire i software scritti in Python, rilevare i bug, e riscrivere detti software correggendo i bug (appoggiandosi a GPT-4) fino a ottenere un'app perfettamente funzionante.
L'ha quindi messo a disposizione su GitHub e chiamato Wolverine perché regala ai programmi in Python «capacità rigenerative», analoghe a quelle del personaggio dei fumetti Marvel.
«Eseguite gli script con Wolverine e, quando andranno in crash, GPT-4 li modificherà spiegando che cosa ci sia che non va» spiega BioBootloader, aggiungendo: «Anche se ci sono diversi bug, [Wolverine] eseguirà ripetutamente lo script finché non sarà tutto a posto».
BioBootloader ha pubblicato su Twitter una dimostrazione di Wolverine in azione, nella quale il programmatore ha aggiunto di proposito alcuni bug allo script di una calcolatrice e poi l'ha dato il pasto alla sua creatura.
«Lo esegue, vede che va in crash, quindi va a chiacchierare con GPT-4 per cercare di capire come sistemarlo» spiega BioBootloader illustrando il funzionamento di Wolverine nella demo.
Chiunque può scaricare Wolverine da GitHub e utilizzarlo, posto però di avere una chiave per l'API di OpenAI che consente di accedere a GPT-3.5 (gratuito per chiunque abbia un account OpenAI) o a GPT-4 (a pagamento, e il cui accesso è regolamentato in base a una lista d'attesa).
Il principio sotteso a Wolverine - spiega il suo creatore - può chiaramente essere applicato anche a linguaggi diversi da Python e, sebbene ora siamo davanti a una sorta di "primitivo prototipo", si può già immaginare un futuro in cui le app sono in grado di correggersi da sole quando si accorgono che qualcosa non va, anche dopo che sono già state distribuite e senza dover attendere l'intervento umano.
Certamente ciò apre la porta a tutta una serie di nuove considerazioni: poiché le IA non sono (e probabilmente mai saranno) infallibili, e sono anzi capaci di inserire errori marchiani, quanto sarebbe saggio affidarsi a software che si modificano da soli, soprattutto se dediti a controllare sistemi di importanza critica?
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