Altro che IA: secondo il CEO Satya Nadella, la vera minaccia sono gli hacker.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-02-2024]
La vera minaccia tecnologica del prossimo futuro non è la possibilità che da tutti gli esperimenti in corso emerga una Intelligenza Artificiale avversa all'umanità, ma l'attività degli hacker.
Ad avere questa opinione è Satya Nadella, CEO di Microsoft, che l'ha espressa in un'intervista alla NBC durante la quale ha affrontato diversi argomenti, compreso l'attacco recentemente subito dall'azienda e portato da alcuni pirati informatici.
Una volta ammesso di essere rimasta vittima dell'attacco, Microsoft ha anche provveduto a individuare i colpevoli nel gruppo russo Cozy Bear, il quale sarebbe riuscito a ottenere e mantenere per un mese l'accesso alla rete interna del gigante, alla fine dello scorso anno.
La violazione è riuscita a causa di una configurazione dei sistemi di Microsoft che lasciava molto a desiderare sul fronte della sicurezza e all'uso, da parte di alcuni dipendenti, di password sin troppo facili da indovinare: una volta compromessi alcuni account in diversi dipartimenti, gli hacker sono riusciti ad accedere a documenti e comunicazioni interne.
Non è però delle modalità dell'attacco o delle debolezze della sua azienda che Nadella ha parlato. Invece, su richiesta dell'intervistatore - che ha sottolineato l'affidamento sui sistemi di Microsoft che fa il Congresso americano - Nadella ha puntato il dito sui gruppi di hacker più importanti, e specialmente contro quelli che lavorano per i governi.
«Quando si ha per avversario uno Stato o una nazione» - ha dichiarato - «si passa a un livello superiore».
«Sono contento che abbiamo almeno la capacità di rilevare ciò che stanno facendo in termini di cyberattacchi» ha aggiunto Nadella, per poi avanzare una proposta.
Egli ritiene infatti che i tempi siano maturi per invocare una Convenzione di Ginevra digitale, per stendere la quale vorrebbe vedere intorno a un tavolo innanzitutto i rappresentati di Stati Uniti, Russia e Cina.
Qualora non si arrivasse a stabilire una serie di regolamenti condivisi sul modo di condurre la "guerra digitale", si rischia che un cyberattacco portato da una nazione contro un'altra abbia conseguenze particolarmente serie, soprattutto sui civili, tanto da «guastare irreparabilmente l'ordine mondiale».
A dire la verità, è sin dal 2017 che Microsoft spinge per un accordo internazionale di questo tipo: essersi trovata in una posizione molto imbarazzante in tempi recenti deve averla spinta a recuperare la vecchia proposta - che peraltro riguarda un problema non immaginario - forse anche per cercare di sviare l'attenzione dalle proprie carenze in termini di sicurezza.
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