Aumentare i costi delle connessioni in rame dovrebbe aiutare la diffusione della fibra.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-12-2024]
Fratelli d'Italia, tramite l'onorevole Fabio Carmine Raimondo, ha presentato un emendamento alla legge di bilancio 2025 che sta già facendo discutere.
Esso prevede in pratica un aumento del 10% dei prezzi per i servizi di telecomunicazione in rame (linee fisse, Adsl e Fttc ovvero fibra ma con ultimo miglio in rame) a partire dal prossimo primo gennaio.
Il perché di questa proposta è presto detto: dato che si intende accelerare la migrazione alle reti a banda ultralarga (che dovrebbero arrivare ad almeno il 50% entro il 2026 e al 100% entro il 2030, è necessario avere fondi adeguati per la dismissione del rame e la sostituzione con la fibra.
Dove recuperare quindi questi fondi? Secondo FdI, aumentando i costi per quanti ancora hanno una connessione in rame e utilizzare il denaro in più per costituire un fondo ad hoc per la copertura dei costi della migrazione.
È pur vero che l'emendamento non prevede che questo 10% debba ricadere sull'utente finale, ma ci riesce difficile immaginare che gli operatori intendano assorbirlo in prima persona.
L'idea insomma non sembra poi così brillante specialmente alle associazioni di consumatori che non solo lamentano un prevedibile aumento delle bollette, ma - come fa l'Aduc - dipingono anche scenari in cui il progetto fallisce perché gli utenti semplicemente abbandonano le linee fisse.
Ormai il telefono fisso è usato pochissimo e, per molti, la connessione del cellulare è più che sufficiente per le necessità di navigazione in Internet.
Di fronte a un aumento della bolletta, gli utenti potrebbero quindi semplicemente decidere di disdire del tutto la rete fissa e sottoscrivere un contratto alla rete mobile che per meno di 10 euro al mese offra quanto necessario.
Al momento in cui scriviamo non è detto che l'emendamento riesca a entrare a far parte della legge di bilancio, il cui iter prevede ora la discussione in Commissione Bilancio a partire da lunedì 9 dicembre; forse le proteste che da più parti si stanno sollevando avranno qualche influenza.
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