[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-04-2025]
Dopo il diniego iniziale, Oracle ha finalmente ammesso che qualcuno ha violato i suoi servizi cloud.
La vicenda è iniziata alla fine di marzo, quando un individuo noto come rose87168 ha dichiarato di aver effettuato il login su due server usati dai servizi di cloud computing di Oracle. Era riuscito a sottrarre circa sei milioni di record, tra cui chiavi di sicurezza dei clienti, credenziali crittografate e dati LDAP.
Per dimostrare la veridicità delle proprie affermazioni, l'intruso ha creato un file di testo sui server compromessi e ha inviato un "campione" di quanto sottratto (10.000 righe) alla società di sicurezza Hudson Rock.
Inizialmente, Oracle aveva negato qualsiasi violazione. Aveva infatti affermato: «Non c'è stata alcuna breccia in Oracle Cloud» e «Nessun cliente ha subito una violazione o perso dati».
Ora l'azienda ha cambiato posizione: ha informato privatamente alcuni clienti che un ambiente definito «legacy», non ancora migrato ai sistemi cloud più recenti, è stato effettivamente violato.
I dati compromessi risalirebbero almeno al 2017 e, pertanto, includerebbero credenziali di accesso obsolete. L'attacco avrebbe sfruttato una vulnerabilità nota, CVE-2021-35587, presente in Oracle Fusion Middleware 11G, software che gestiva il server di login login.us2.oraclecloud.com. Questo server, attivo fino a febbraio 2025, non risultava aggiornato con le patch disponibili sin dal 2022.
L'ammissione di Oracle sembra essere stata causata dalla pressioni ricevute negli ultimi tempi; tra queste c'è la minaccia di una causa legale nella quale si accusa l'azienda di aver tentato di insabbiare la violazione.
Al momento in cui scriviamo, Oracle non ha chiarito quanti clienti siano stati effettivamente colpiti né se siano in corso indagini ufficiali da parte delle autorità.
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