iNsecurity: una storia di phishing, altruismo e buona volontà

Lampi di Cassandra/ Chissà come sarà andata a finire, e chissà come andrebbe a finire oggi.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 06-11-2023]

cassandra 01

Supponiamo che riceviate la prova che qualcuno, non una famosa e sexy attrice ma un signore con tanto di nome e cognome, sia oggetto di un attacco del suo account cloud. Voi cosa fareste? Il "bruteforce", che è un modo molto più raffinato per dire "indovinare la password", resta uno dei vettori di attacco più efficaci contro i sistemi telematici.

Avrete certamente letto fino alla nausea dell' "affaire" nato dalla pubblicazione di selfie piccanti di note attrici, cantanti e modelle. I dettagli dell'accaduto in questa sede ci interessano poco, la marca degli smartphone anche meno, ma il cambiamento rispetto al famoso caso di Cappuccetto Scarlatto è molto importante. Infatti nel caso dell'attrice Scarlett Johansson è provato che fu il telefono in quanto tale a essere violato con mezzi informatici da un singolo cracker. Un attacco classico, come a qualunque server degli anni passati, sofisticato e fatto a mano.

La questione dei selfie piccanti è completamente diversa, perché pare oramai assodato che non i telefoni ma i loro backup nel cloud siano stati attaccati, e non con mezzi manuali ma automatici, forse addirittura botnet.

Questo è stato reso possibile dal fatto che le credenziali da offrire per accedere alla "nuvola" (in questo come in altri casi) è semplicemente un nome utente (spesso un indirizzo di posta) e una password scelta dall'utente (quella con cui acquistava musica). Ed è perfettamente inutile difendere il terminale (lo smartphone) con un lettore biometrico quando l'accesso a tutte le informazioni che contiene può essere fatto via Internet, semplicemente indovinando una password debole con i consueti attacchi a dizionario.

Ora che il problema ha raggiunto i media, lo stesso Tim Cook si è precipitato a garantire la massima attenzione all'argomento, e l'introduzione di una autenticazione a due fattori.

Il mio problema è che hanno iniziato ad arrivarmi messaggi fake che pretendono di essere della Apple (molto ben fatti) e che chiedono a un quasi mio omonimo, identificato con nome e cognome (il signor M.C.) di autenticarsi al suo account iCloud.

L'indirizzo di posta è il mio perché sintetizzato, tra i tanti tentativi che un bot compie durante un bruteforce, formandolo con nome e l'iniziale del cognome, usando il nome di dominio uguale al nome utente e come TLD quello della nazionalità del bersaglio. Insomma, il signor M.C. di cui sopra è quasi certamente uno dei tanti a cui stanno cercando di rubare i backup, le foto e quant'altro. E probabilmente non ci sono ancora riusciti.

E' brutto sapere che i ladri stanno tentando di scassinare la porta di casa di qualcuno di cui sapete nome e cognome, anche se è un perfetto sconosciuto. Il tentativo di identificare e scrivere direttamente alla persona può portare a equivoci, al rischio di essere scambiati per dei cattivi, per degli ingegneri sociali, o nella migliore delle ipotesi di essere ignorati. Infatti, nessuna risposta. Ma forse non era l'M.C. giusto.

A onor del vero, poiché il sito del noto produttore fornisce anche a non clienti la possibilità di porre domande (cosa rara e apprezzabile), e addirittura di richiedere un contatto telefonico su appuntamento, potrei provare tramite loro.

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Buone azioni e serrature ridicole

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 6)

Forse il problema sta proprio nel sembra, magari le gentilissime signorine, ben preparate a trattare con una clientela e problemi standard, non lo sono altrettanto nel gestire aspetti più complicati e che richiedono competenze tecniche e comprensione delle problematiche di sicurezza superiori per cui non sono state in grado di dare... Leggi tutto
1-4-2024 15:25

Sfondi un arco di trionfo aperto... :clap:
9-11-2023 06:45

Le aziende che mettevano la propria roba nel Cloud lo faceva sopratutto per incompetenza e guardando solo al profilo dei costi. Quando una azienda subisce queste attacchi ha dei costi, non li pubblicizza e non vuole vengano rivelati, ma li ha, spesso però i dirigenti che hanno deciso di andare nel Cloud ( nuvoletta di fantozzi... Leggi tutto
8-11-2023 21:30

Sarebbe un ragionamento valido se il cloud si limitasse a quello che tu decidi di mettervi, ma oggigiorno si vede sempre più spesso che a farlo per te sono soggetti commerciali (banche, assicurazioni, persino istituzioni). Ogni volta che un ente o azienda ammette una falla nei propri sistemi che ha comportato la dispersione di dati... Leggi tutto
8-11-2023 11:26

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I telefonini diventano sempre più potenti e sono dotati di fotocamere sempre migliori: a quella sul retro spesso se ne aggiunge una frontale, per meglio scattare i selfie. Per quanto riguarda l'utilizzo che ne fai tu personalmente, lo smartphone ha sostituito la fotocamera compatta tradizionale?
Sì. Non ho praticamente più bisogno di portarmi dietro la fotocamera perché quella dello smartphone è più che sufficiente per le mie esigenze nella maggior parte delle occasioni.
In parte. Sebbene la fotocamera sullo smartphone sia indubbiamente comoda, spesso ho la necessità di scattare foto di qualità migliore e con un dispositivo dedicato, quindi utilizzo molto anche la fotocamera.
No. Non posso fare a meno di portarmi dietro la fotocamera compatta, che per le mie esigenze non può affatto essere sostituita da uno smartphone.

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