Quando parliamo di New Economy, molti di noi pensano agli Stati Uniti oppure al Giappone, paese che nel nostro immaginario un po' confuso e analfabetico, rimane il paese del "tutto elettronico". Eppure se controlliamo la nazionalità delle aziende quotate nel Nasdaq scopriamo che 130 di queste sono israeliane, cioè un numero maggiore di paesi europei tradizionalmente forti economicamente, come Gran Bretagna, Francia e Germania.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 14-11-2000]
Il fenomeno è interessante perché strettamente legato all'impegno del IDF (Israel Difense Forces - http://www.idf.il), per farla breve l'esercito israeliano. Una vera e propria ricaduta della tecnologia prodotta in questi decenni di guerre sulla industria civile.
Basta visitare il sito Internet dell'IDF per accorgersi dell'importanza che assume l'industria militare: nella home in inglese (sempre che non sappiate l'ebraico) trovate un rimando al Telecom 2000, la fiera delle tecnologie della comunicazione appena conclusasi a Tel Aviv.
Se andiamo a chiederci come sia stato possibile questo passaggio favorevole di know how dalla società militare a quella civile, dobbiamo prima di tutto ammirare le modalità di Start-up e degli Incubatori. Il principio a sui si rifanno è descritto da Vittorio Modena dello Sportello università-imprese dell'Università di Pavia (cfr. Sole24Ore, 27 ottobre 2000, pag XIX, inserto New Economy): "non perdere l'opportunità di sviluppare nessuna idea che abbia un discreto potenziale di riuscita, in qualsiasi luogo e in qualsiasi settore hi-tech".
Lo stato di Israele diventa un modello per lo sviluppo delle imprese nel mediterraneo, soprattutto per quanto riguarda la Nuova Economia.
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