Gli analisti "indipendenti" predicono cinque anni di grandi sconvolgimenti. Qualche esempio? Processori potentissimi e batterie dei notebook che durano un'eternità; pianti a dirotto per la sepoltura definitiva di Windows XP; utenti felici in un mondo dominato da Palladium.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 12-10-2006]
Il nome di Gartner è più noto tra i manager delle corporation, che al grande pubblico. Tuttavia, in molti ricordano la società di analisti indipendenti, per aver ideato il Total Cost of Ownership (TCO), per conto di Microsoft, o per aver accusato Linux di fomentare la pirateria.
Da questa autorevole firma, esce in questi giorni il "rapportone" quinquennale sul futuro dell'informatica. Non si tratta di una novità: sulle orme dei piani economici staliniani, la società di analisi emette regolarmente le proprie previsioni per il lustro a venire. Sulla base di queste, le corporation investono i propri fantastiliardi.
"A causa della dimensione dei cambiamenti e la velocità con cui si susseguono, le imprese hanno bisogno di capire quando le tecnologie su cui si basano diverranno obsolete, e quando devono essere cambiate," sostiene Stephen Kleynhans, analista indipendente e vicepresidente di Gartner.
La prima fase del quinquennio durerà un paio di anni (2007-2008) e sarà dominata, manco a dirlo, dal lancio di Windows Vista e dall'architettura "Core" di Intel, che sarà determinante, dicono, per moltiplicare la durata delle batterie dei notebook.
Questo fatto determinerà l'esplosione del mercato dei portatili (no, non si parla delle batterie incendiarie Sony, che avete capito?). L'architettura del futuro sarà dunque un notebook, con chip Fritz e Windows Vista.
Per la seconda fase, il biennio 2009-2010, l'agenzia indipendente prevede l'emergere della virtualizzazione, nuovi strumenti per la gestione degli ambienti e per l'interazione tra macchine diverse. Sempre in questo periodo, Windows XP ci lascerà (schiere di disperati si preparano probabilmente a strapparsi i capelli).
Per l'ultima fase, 2011-2012, Gartner prevede che un numero crescente di persone userà il proprio PC indifferentemente per lavoro e per affari personali.
Questo significa, dal lato dei lavoratori, una maggiore diffusione del telelavoro, e questo è un fatto positivo. Ma il confine tra lavoro e vita privata rischia di assottigliarsi in maniera pericolosa.
Da lato corporation, l'unico che interessa i nostri simpatici amici, ci sarà una maggiore necessità di sicurezza e di personalizzazione: l'utente dovrà essere messo in grado di "switchare" tra l'ambiente personale e quello lavorativo, senza rischi di travasi e di vulnerabilità.
Gli indipendenti pensano a una sorta di "bolla software", un ambiente mobile costituito da serie di documenti, settaggi, configurazioni, che segua l'utente e possa essere utilizzato su tutte le macchine a sua disposizione.
Questa fase è stata nominata la "rivoluzione user-centrica". In un mondo dominato (vedi sopra) da Microsoft e Intel e dal loro Trusted Computing, in cui l'utente non avrà alcuna libertà di scelta, questa definizione suona come una gigantesca presa in giro.
Da tempo ci si domanda quale sia l'utilità sociale degli analisti economico-tecnologico-finanziari, se non quella di dare voce e autorevolezza alle strampalate teorie di chi commissiona loro le indagini.
Probabilmente, in un mondo dove esistono mosche, zanzare e Tiziano Ferro, c'è posto anche per loro.
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