Sul controllo e sulla censura del web

Pubblichiamo una interessante lettera di un nostro abbonato, a proposito dei tentativi di controllo e censura della rete.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-05-2001]

Prima o poi dovremo renderci conto tutti del mondo terribile e bestiale in cui viviamo. Un mondo nel quale la primitiva e animale lotta per la sopravvivenza si è semplicemente raffinata diventando lotta per il predominio e per il profitto e i potenti del mondo intero, in onore alla globalizzazione, controllano e gestiscono la vita di tutti noi facendoci pervenire le notizie che "loro" giudicano fruibili, invitandoci a consumare i prodotti che "loro" giudicano buoni, stabilendo addirittura i confini di quello che "loro" giudicano bene e male.

Per questo controllo, e in nome di un profitto che non deve arrestarsi di fronte a nulla, muovono le loro pedine, scatenano campagne di opinione in nome di presupposti diritti, affamano intere popolazioni della terra, vendono semi geneticamente modificati che non possono riprodursi, innescano guerre, cercano in ogni modo di controllare e bloccare la libera informazione. E per quanto questi pochi esempi possano sembrare lontani fra loro, tutti fanno parte dela stessa sete di profitto e di sopraffazione che ci riporta lato bestiale e mai morto dell'uomo. Dovremo renderci conto di questo, prima o poi, per capire dove viviamo e dove stiamo andando.

Per capire anche cosa sta succedendo su internet, dove da diverse parti si stanno svolgendo attacchi per limitarne libertà e autonomia. Tre casi esemplificativi: Napster, SIAE e il caso di un sito forse sconosciuto ai più, "La Leva di Archimede", che ha diffuso informazioni utili e prive di censura nel campo dell'alimentazione e del diritto alla libera scelta di cura.

Nel caso di Napster, il polverone sollevato è stato enorme, e tutti conosciamo i fatti. Nella sostanza e riassumendo, si tratta poi soltanto del fatto che alcuni artisti e produttori hanno visto la possibilità di incrementare i loro profitti gridando "al ladro!", anche se da sondaggi effettuati non è risultato alcun sensibile calo di vendite dei loro prodotti, e anzi Napster si è rivelato un ottimo mezzo di promozione. In realtà, hanno soltanto intravvisto la possibilità di ottenere maggior profitto.

Caso analogo quello della SIAE, e dei pianti greci dei suoi dirigenti su questi poveri autori che non vedono riconosciuto il frutto delle loro fatiche artistiche. Verissimo, ma i signori della SIAE si dimenticano regolarmente di dire che il grosso degli introiti SIAE serve esclusivamente a mantenere in piedi il faraonico baraccone che è la SIAE, che la SIAE è controllata da gruppi di potere, e non è per difendere i deboli che il baraccone esiste.

Poi, più semplicemente, prendiamo atto del fatto che internet ha rivoluzionato totalmente la circolazione del sapere e il modo di fruirne, ne ha reso possibile e libero l'accesso, e questo che dovrebbe essere visto come un passo avanti enorme nella diffusione della cultura è invece visto soltanto visto dal punto di vista della perdita di controllo e di guadagno. Invece di studiare un modo nuovo ed equo per garantire al tempo stesso la libertà di cultura e la difesa dei diritti artistici, i signori del profitto cercano soltanto di far valere diritti già esistenti e collaudati, ma difficilmente applicabili per un mezzo quale è internet.

Nel terzo caso poi, quello della Leva di Archimede, si tratta di vera e propria censura, con un sito che è stato chiuso con una scusa qualunque soltanto per il fatto che dava un'informazione corretta e alternativa ai canali ufficiali e controllati.

Sono cose gravissime, al pari della Legge riguardante la registrazione dei siti, ancora non chiara nella sua interpretazione, ma che potrebbe rappresentare un primo tassello molto pericoloso per arrivare al controllo e alla censura dei siti presenti in rete.

Personalmente ritengo internet incontrollabile, nel senso che fortunatamente offre moltissime scappatoie ai tentativi di addomesticarlo e renderlo pari a altri mezzi quali la televisione, ma credo anche che occorra qualcosa di più da parte di tutti noi fruitori, e cioè almeno l'impegno ad opporsi alla voglia matta di normalizzazione che ormai si sente da troppe parti. Internet, con i suoi pregi e difetti, è comunque grande e merita di essere difesa.

Beppe Fasolis - bfasolis@galactica.it

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