È ritenuto responsabile del traffico passato attraverso i suoi sistemi.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-12-2012]
È già abbastanza grave quando le autorità non sanno che cosa sia il servizio di comunicazione anonima TOR, poiché questa mancanza di conoscenza porta a sospettare di chiunque lo adoperi, ma ancora più grave è quando le autorità sanno che cosa sia ma credono che serva unicamente ai criminali.
È questo il sunto della vicenda capitata a William Weber, gestore austriaco di un uscita TOR, che alcuni giorni fa ha dovuto aprire la porta a un raid della polizia, che cercava le prove di detenzione di materiale pedopornografico.
Gli agenti hanno perquisito l'appartamento sequestrando tutta l'attrezzatura informatica - due server, un PC, ma anche un decoder per la televisione via cavo e la Xbox 360 - oltre alle armi da fuoco legalmente possedute da Weber. Quindi sono passate a interrogare il sospetto.
Questi si è fatto mostrare l'indirizzo IP dal quale, come hanno spiegato le autorità, è transitato del materiale pedopornografico, e ha riconosciuto che in quello specifico lasso di tempo era proprio lui a utilizzarlo.
Tuttavia ciò non era un indizio di colpevolezza poiché - ha spiegato - quello era l'indirizzo adoperato da un nodo TOR che egli allora gestiva. I poliziotti hanno mostrato di sapere che cosa fosse TOR, e a quel punto «l'atmosfera è improvvisamente diventata più amichevole» come racconta Weber nel proprio blog.
Gli agenti hanno quindi capito di non avere a che fare con un trafficante di materiale illegale, ma comunque ciò non è servito a concludere la vicenda: hanno infatti iniziato a chiedere perché mai Weber «sprecasse» risorse e banda per gestire un nodo TOR.
La situazione è ancora più complicata perché il nodo in questione non è più attivo da qualche mese: infatti la polizia polacca tempo fa aveva contattato Weber poiché aveva rilevato tentativi di attacchi informatici provenienti da quell'indirizzo; dopo aver spiegato la propria situazione, Weber aveva spento il nodo.
A quel punto, però, le indagini austriache erano già iniziate, e Weber rischia comunque una seria condanna.
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