Era pronta a investire fino a 4 miliardi di dollari.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-10-2015]
La vulgata vuole che le grandi aziende distributrici di contenuti odiino BitTorrent, accusato di essere causa e veicolo di pirateria e, con essa, di minacciare tutta l'industria dell'intrattenimento.
Con il termine "BitTorrent" però si intendono parecchie realtà diverse: può indicare il protocollo, oppure il client, oppure ancora BitTorrent Inc,l'azienda fondata dal creatore del protocollo e del client e che sviluppa anche il popolare uTorrent.
BitTorrent Inc è un'azienda in trasformazione, che sta tuttora cercando un modello di business solido come dimostrano i tentativi di diventare un distributore di contenuti digitali, operazione iniziata con l'album da solista di Tom Yorke, distibuito proprio da BitTorrent circa un anno fa.
Già nel 2006, però, le potenzialità di BitTorrent come azienda non passavano inosservate e in particolare erano tenute d'occhio molto da vicino da Sony, che a quell'epoca stava addirittura valutando la possibilità di un'acquisizione. A rivelarlo sono alcuni documenti riservati approdati online, dai quali si apprende che nove anni fa il gigante giapponese era in cerca di nuovi modi per diversificare le proprie attività.
Tra le opzioni considerate c'erano le possibili acquisizioni di Netflix, di TiVo, di Starz/Encore e anche per l'appunto di BitTorrent, per le quali Sony era pronta a investire tra i 2 e i 4 miliardi di dollari: lo scopo finale era, stando ai documenti, «costruire una presenza sostanziale nei settori dell'aggregazione, della distribuzione e dei servizi».
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Sony era già una realtà che da un lato produceva contenuti e dall'altra forniva i dispositivi per fruirne; mancava tuttavia una realtà che unisse questi due ambiti, un servizio di distribuzione dei contenuti che li facesse passare dalla produzione ai dispositivi degli utenti senza dover ricorrere a servizi di società esterne. In questo campo BitTorrent avrebbe potuto contribuire alla costruzione di set-top box con funzionalità integrate per lo scaricamento e la riproduzione di contenuti, dando vita a un servizio a metà strada tra Popcorn Time (che sfrutta proprio il protocollo BitTorrent) e Netflix.
Il fatto che BitTorrent stesse già allora cercando di accordarsi con la MPAA e di diventare un distributore di contenuti digitali non faceva che rendere più interessante l'ipotesi dell'acquisizione: in effetti nel 2007 BitTorrent lanciò un proprio servizio per il download di video che però non riscosse il successo sperato e venne chiuso un anno dopo.
Come sappiamo, nulla di tutto ciò si è realizzato; Sony acquisì invece Grouper e comprò una quota di Starz Media, pari al 25% della società.
Da un certo punto di vista, si può dire che la mancata acquisizione di BitTorrent non sia stata una male per Sony: oggi vediamo come BitTorrent Inc faccia fatica a trovare una base solida sulla quale crescere, come dimostrano i licenziamenti annunciati lo scorso aprile e l'ipotesi di introdurre un canone annuale o mensile per l'uso di uTorrent. La decisione di non acquisire nemmeno Netflix invece si è dimostrata un po' più miope, considerando il grande successo che questa realtà sta avendo in tutti i Paesi in cui è presente.
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