In aggiunta ai vari .com e .it, dall'anno prossimo si potranno usare nomi comuni, di aziende e anche nomi propri e c'è già chi teme una crescita esponenziale del fenomeno del cybersquatting.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 27-06-2008]
Icann, l'ente che gestisce l'assegnazione dei nomi di dominio, ha dato il via libera per quella che già viene definita come "la più grande rivoluzione per un sistema che viene usato da 25 anni", ossia l'apertura a centinaia e forse migliaia nuovi domini di primo livello.
Non ci saranno più solo i familiari .org, .com, .edu (per non parlare di tutti i Tld nazionali come .it, .eu, .de), ma dal 2009 esisterà la possibilità di avere un indirizzo che termina con nomi comuni, di compagnie o anche nomi propri: prepariamoci e vedere nomi come microsoft.paris per la sede parigina dell'azienda di Redmond o magari anche un mario.rossi.
I dettagli non sono ancora definiti: a questo serviranno i prossimi tre o quattro mesi, utili anche per chiarire le perplessità che già sono state avanzate. Se è vero che questa modifica apre le porte per una serie di nomi di dominio praticamente infinita, visto che quelli attuali stanno finendo (un po' come avviene per gli indirizzi IPv4, che si prevede finiranno nel 2011), è anche vero che ci sono alcuni pericoli sui quali occorrerà vigilare.
L'Icann, dal canto suo, ha promesso di "limitare l'abusiva registrazione di nomi per gli indirizzi web". Come, ancora non si sa: se poi si tratterà di una misura efficace, bisognerà vederla alla prova del tempo.
Molte aziende, in ogni modo, sono estremamente favorevoli a questa novità: prima tra tutte eBay, che da tempo sogna il proprio dominio, ma anche diverse città aspettano con ansia i vari .berlin o .nyc. Altre hanno già fatto a modo loro, come Los Angeles che si è accordata con il Laos per usare il Tld di quella nazione, .la.
I costi, d'altra parte, forse non saranno poi così economici: si potrebbe anche arrivare a 100.000 dollari per dominio, prezzo che potrebbe far sfumare il sogno di mario.rossi.
Inoltre Icann ha anche precisato che non concederà l'assegnazione di domini che rimandino a questioni morali o di sicurezza: se ciò ha rassicurato alcuni, ha fatto temere altri per l'istituzione di una sorta di censura che decida a proprio insindacabile giudizio che cosa possa essere usato e che cosa no.
Per adesso, comunque, c'è solo tanto fermento per la rivoluzione imminente, che porterà con sé anche la possibilità di nomi di dominio che non usano l'alfabeto latino, come richiesto da alcune nazioni. Intanto, si può immaginare che il passaggio a IPv6 si farà sempre più necessario.
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