È il computer del futuro: comunica con la luce, adopera i memristor e il sistema è open source
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-06-2014]
È stata Meg Whitman in persona, CEO di HP, a presentare in occasione dell'evento HP Discover 2014 The Machine (La Macchina), che l'azienda definisce "il computer del futuro".
Sono decenni che pensiamo ai computer sempre nello stesso modo - spiega HP - e sempre, nonostante le evoluzioni, partendo dalla medesima architettura; The Machine rompe questi schemi e adotta componenti diversi.
Il cuore è costituito, anziché da pochi core adatti a ogni tipo di elaborazione, da un cluster di core specializzati; essi comunicano tra loro non attraverso collegamenti in rame, ma sfruttando la fotonica, ossia comunica attraverso la luce: ciò consente una velocità di elaborazione sinora impensabile.
Anche la memoria è stata completamente rivista: The Machine usa i memristor, veloci come RAM ma in grado di conservare le informazioni indefinitamente, anche in assenza di alimentazione.
Adottare nuove modalità di collegamento e nuovo hardware significa anche poter sperimentare nuove forme, dato che le costrizioni dell'architettura attuale vengono a cadere: ecco il perché della forma "tridimensionale" che il prototipo in foto può sfoggiare.
The Machine è una macchina in grado di gestire 160 petabyte di dati in 250 nanosecondi ed è sei volte più veloce di qualsiasi server oggi esistente; eppure consuma oltre l'80% in meno di energia. Oggigiorno - spiega Meg Whitman - il 90% dell'energia consumata serve a spostare i dati; utilizzando la luce questa percentuale verrà drasticamente abbattuta.
Martin Fink, CTO di HP, spiega che con La Macchina i costi caleranno del 77%, l'energia dell'89%, lo spazio necessario dell'80%. Un intero datacenter potrà ridursi ad appena un paio di metri quadrati: «Gli elettroni calcolano, i fotoni comunicano, gli ioni archiviano. In queste sei parole è racchiuso il funzionamento di The Machine» sintetizza Fink.
Avere una tale potenza a disposizione - racconta ancora l'azienda - significa per esempio che un dottore può consultare un database che contiene i sintomi accusati da tutti gli abitanti della Terra e arrivare rapidamente a una diagnosi.
Tali possibilità richiederanno anche un nuovo sistema operativo: HP sta già lavorandoci, partendo da Linux, eliminando tutto ciò che non serve e aggiungendo ciò che manca. Il risultato, promette, sarà open source.
Primo frutto del lavoro sul software sarà una versione di Android, poiché The Machine sarà un'architettura scalabile che potrà essere adoperata non soltanto nei server, ma anche in quelli che attualmente sono i desktop, i tablet e gli smartphone.
L'unico ostacolo che si frappone tra noi e la Macchina è il tempo: il 2015 sarà l'anno in cui i test avranno inizio, e il lancio potrebbe avvenire nel 2016; ma prima che sostituisca completamente i PC attuali ci vorrà un po' di più, anche perché inizialmente la sua destinazione sarà professionale.
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