Facebook, Zuckerberg annuncia i messaggi che si autodistruggono

Il social network diventerà una ''piattaforma centrata sulla privacy''.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 10-03-2019]

facebook messaggi autodistruggono

Impermeabile agli svarioni in tema di privacy che la sua creatura sta accumulando, Mark Zuckerberg persevera nel tentativo di dimostrare come Facebook sia davvero quel «pioniere della privacy» che egli dice di vedere.

Il suo ultimo intervento, datato 6 marzo, si muove in quest'ottica sin dal titolo - «Una visione centrata sulla privacy per le reti sociali» - e in effetti annuncia un paio di novità tutto sommato positive per gli utenti di Facebook.

La prima, in realtà, non è strettamente una novità quanto piuttosto il ribadire di una promessa già formulata qualche tempo fa: l'introduzione della crittografia end-to-end, attivata come impostazione predefinita, per le conversazioni tenute via Facebook Messenger.

La seconda è invece davvero un'opzione sinora inedita per il social network in blu: la possibilità di inviare, sempre tramite Messenger, messaggi che si autodistruggono (o si auto-archiviano) entro un minuto, un mese o un anno dalla lettura.

Altre piattaforme, quali Signal o Telegram, implementano già da tempo questa funzione, ma è comunque bello vedere che anche Facebook, di tanto in tanto, si premura di tenersi al passo con i concorrenti, nella speranza che i server non mantengano una copia dei messaggi "distrutti".

Anche a Zuckerberg deve essere venuto il dubbio che gli utenti, scottati dal trattamento disinvolto dei loro dati personali fatto sinora, si ponessero quella domanda; così s'è premurato di rispondere sin da subito, scrivendo che Facebook «non conserverà i messaggi o le storie per un tempo superiore a quello necessario a fornire il servizio, o più a lungo di quanto le persone abbiano bisogno».

A minare un po' la fiducia nel cambio di rotta apparentemente annunciato da Facebook con il post del suo fondatore ci sono però almeno due punti.

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Uno è il fatto che nello stesso testo Zuckerberg ribadisce l'esistenza di piani per la fusione di Instagram, WhatsApp e Facebook, migliorando l'interoperabilità tra le tre diverse piattaforme, ai quali si unirà la capacità di gestire gli SMS.

L'altro è che, proprio nel primo paragrafo, si può leggere: «Quando penso al futuro di Internet, credo che una piattaforma di comunicazione centrata sulla privacy diventerà anche più importante delle piattaforme aperte di oggi». Zuckerberg, insomma, sogna una sorta di giardino cintato in cui gli utenti sono felici perché, anche se non possono mettere in questione nulla (la piattaforma ideata non è aperta), chi gestisce detto giardino assicura loro che la riservatezza viene pienamente rispettata.

In fondo, il cuore della questione è il fatto che, al di là delle intenzioni e delle nuove funzionalità, è bene ricordare ciò che Mark Zuckerberg dichiarò al Senato americano quando gli chiesero come facesse Facebook a finanziarsi: «Senatore, noi mostriamo pubblicità». E se la pubblicità migliore è quella tagliata su misura dei desideri dell'utente, per capire quali siano questi desideri è necessario avere il maggior numero di dati possibili sull'utente stesso.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

Competizione serratissima... :lol: :lol: :lol:
13-3-2019 18:52

Azz! Lo avevo dimenticato! :oops: Certo che la gara si fa combattuta :ko: :lol: Leggi tutto
11-3-2019 21:01

E Satya Nadella il nuovo guru del free software vogliamo dimenticarlo???? :lol:
11-3-2019 18:53

E' una gara parecchio impegnativa. Bisogna considerare che in "lotta" c'è anche #Musk con la bufala dell'auto elettrica ZEV (Zero Emissions Veichle) acronimo che in italiano sta per auto a emissioni 0 :lol: Leggi tutto
10-3-2019 23:49

Francamente direi che persevera nel tentativo di vincer il premio bufala del secolo... :roll: Leggi tutto
10-3-2019 18:21

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L'app che permette di noleggiare un'autovettura direttamente dallo smartphone è molto contestata dai tassisti.
Non è necessario introdurre nuove regole per l'app. I tassisti hanno torto, perché il mondo si evolve ma loro ragionano come se Internet non esistesse, difendendo ciecamente la loro casta (che ha goduto di fin troppi privilegi negli ultimi anni).
I tassisti dovranno adeguarsi e mandare giù il boccone amaro, anche se un minimo di regolamentazione per l'app è necessaria.
L'app non va vietata del tutto, ma va limitata in modo pesante così da poter salvaguardare le esigenze dei tassisti.
L'app va completamente vietata: i tassisti hanno ragione a protestare, perché Uber minaccia il loro lavoro e viola leggi e regolamenti.
Non saprei.

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