Dovranno anche garantire almeno 40 bilioni di operazioni al secondo.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-01-2024]
Sappiamo ormai che Microsoft è convinta che stia per iniziare l'era degli AI PC, i computer con funzioni di intelligenza artificiale integrate per i quali sogna anche periferiche dedicate, come le tastiere con tasto Copilot.
Le incursioni nell'hardware però non si limiteranno a modificare in maniera tutto sommato poco consequenziale gli apparecchi esistenti, ma a quanto pare puntano a ottenere un nuovo "effetto Windows 11".
Il successore di Windows 10 impone la soddisfazione di requisiti precisi ai computer che intendono eseguirlo: è necessario per esempio che il processore sia tra quelli considerati compatibili, escludendo così dalla possibilità di installazione macchine perfettamente funzionanti ma ufficialmente non supportate (peraltro variando l'elenco nel tempo, e non in maniera vantaggiosa per gli utenti), ed è richiesta anche la presenza di certi altri componenti e caratteristiche.
Anche gli AI PC avranno delle richieste specifiche: stando a quanto segnala TrendForce, la quantità minima di RAM per un AI PC è di 16 Gbyte, ma anche le prestazioni computazionali sono importanti.
Microsoft richiede infatti che la NPU (Neural Processing Unit, il chip dedicato alla IA presente in alcune delle CPU più recenti) sia in grado di raggiungere le 40 TOPS (Trillions of Operations per Second - Bilioni di operazioni al secondo), un'indicazione generica finora usata per indicare le prestazioni dei vari chip dedicati alle IA.
In altre parole, da un lato chi acquisterà un nuovo computer "certificato" AI PC non dovrebbe trovarsi tra le mani un sistema sottodimensionato; dall'altro, i computer attualmente in uso (anche se dotati di Windows 11) rischiano di essere nuovamente esclusi dalla possibilità di sfruttare le ultime innovazioni di Microsoft poiché alcuni requisiti sono giudicati insufficienti.
Se è vero che le operazioni che consentono a una IA di funzionare sono molto esigenti in termini di potenza di calcolo, se le si vuole eseguire "in locale" senza appoggiarsi a server esterni, è anche vero che la strategia di Microsoft in questo senso non è ancora chiara: non sappiamo se davvero la prossima versione di Windows avrà una propria IA integrata da eseguire sul PC stesso e non farà più affidamento ai server dell'azienda. Inoltre, tutto ciò parte dal presupposto che una NPU sia presente, e questa caratteristica è ancora piuttosto rara.
Quel che è certo è che Microsoft sembra voler spingere con decisione verso un aggiornamento generalizzato dell'hardware oggi in uso, promettendo vantaggi che al momento non sembrano ancora davvero fondamentali.
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