Cassandra Crossing/ Dal pornocontrollo al tecnocontrollo (2)
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 21-07-2025]
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Dal pornocontrollo al tecnocontrollo
Questo lungo antefatto ci è servito solo per arrivare finalmente alla cronaca di oggi. Nel giro di pochi mesi si è improvvisamente scoperto che lo SPID è un sistema bacato e pericoloso, malgrado 30 milioni di italiani lo utilizzino quotidianamente al posto del più famoso e meno sicuro "1234", e che sia praticamente gratuita per le casse dello Stato. Si tratta anche qui di una notizia errata. Il rilascio di SPID multipli, quindi di credenziali multiple, non rappresenta di per sé un pericolo; anzi può essere utile per compartimentare le attività di una persona, separando per esempio il privato e il lavoro. Il problema del rilascio di SPID a impersonatori dipende invece dalle procedure di identificazione: devono essere efficaci, sono normate puntualmente e lo Stato deve vigilare su esse, per suo stesso regolamento.
Contemporaneamente si è scoperto che la CIE può essere utilizzata, oltre che come documento di identità, anche come firma elettronica di tipo intermedio e come credenziale di accesso. Improvvisamente l'esecutivo, con un inusuale atto di decisionismo tecnologico annunciato pubblicamente e ripetutamente, ha deciso di dismettere quello che è stato realizzato solo pochi anni fa e che funziona. Lo vuole sostituire con qualcosa di ancora indefinito e di cui sappiamo solo che si appoggerà alla CIE, tutto da realizzare e far adottare, ricominciando da capo un storia dolorosa ma che era stata finalmente conclusa.
A Cassandra è venuta in mente la storiella dei frati che fecero pipì sulle mele piccole e brutte del loro albero perché erano certi che ne sarebbero arrivate altre grandi e bellissime; e quando queste non arrivarono dovettero mangiarsi quelle piccole e brutte. Sembra proprio la storia dello SPID, che una campagna di stampa poco informata, se non addirittura strumentale, ha definito «troppo complesso e poco sicuro», raccontando che sarà presto sostituita dalla CIE inattaccabile e potente. In tutto questo, cosa mai potrebbe andare storto?
Ci sono purtroppo altre chiavi di lettura che possono spiegare una vicenda apparentemente insensata sia tecnicamente che amministrativamente: possono riunirla all'improvvisa e ineludibile necessità del pornocontrollo di Stato, anzi a livello europeo, e spiegare razionalmente tutto quanto. Centralizzazione dei dati e tecnocontrollo dei cittadini: bastano due concetti chiave per disegnare un panorama, anzi un vero progetto di controllo sociale, in cui l'inspiegabile dimissione dello SPID in favore della CIE diventa un elemento logico, razionale e necessario.
Quello che si vuole ottenere è centralizzare il più possibile la gestione dei dati e degli accessi dei cittadini, con la conseguente possibilità di monitorare il loro operato? Aprire a teoriche ma terrificanti possibilità come quella di revocare completamente qualsiasi autorizzazione a un individuo? Allora quello che serve esattamente è sostituire un sistema federato e decentralizzato come lo SPID con una gestione centralizzata e dipendente da un documento emesso dallo Stato.
Non è certo l'Unione Europea che potrà contrastare questo tipo di iniziativa, con la sola eccezione del Parlamento Europeo: la parte che conta davvero nel Trilogo, cioè la Commissione Europea e il Consiglio di Europa, ormai da un decennio sta tentando di varare iniziative di tecnocontrollo a tutti i livelli, dal coordinamento degli organi investigativi nazionali fino al monitoraggio dei contenuti dei cellulari. Se il nome Protect EU non vi è familiare, potete semplicemente considerare che la ben più famosa direttiva ChatControl ne rappresenta solo una piccola parte. ProtectEU per sua stessa definizione è una strategia quinquennale per rafforzare la sicurezza interna dell'Unione, anche attraverso nuove forme di controllo delle comunicazioni digitali. Quindi anche attraverso il controllo delle comunicazioni dei cittadini europei, bypassando la fastidiosa crittografia dei device e la riservatezza delle comunicazioni.
Conviene quindi considerare gli scopi di ProtectEU, non solo in una meritoria ottica di contrasto alla criminalità, ma anche per il molto più importante effetto di compressione dei diritti civili - presenti e soprattutto futuri - dei cittadini dell'Unione. In questa strategia di compressione delle libertà digitali, una parallela centralizzazione dei dati e delle autorizzazioni dei cittadini italiani appare perfettamente naturale e integrata. A questo punto resta da capire dove sia la convenienza per i cittadini europei nel permettere un'operazione come questa; l'opposizione del Parlamento Europeo potrà tutelarli dagli effetti più deleteri di ProtectEU? C'era riuscito, anche se solo per un pelo, bloccando ripetutamente ChatControl. Non c'è davvero di che essere ottimisti dato il panorama digitale di oggi, di cui fa parte sostanziale l'indifferenza del pubblico.
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