[ZEUS News - www.zeusnews.it - 02-10-2025]
Numerose lamentele spesso provengono dagli utenti delle stampanti a getto d'inchiostro: driver non sempre aggiornati, cartucce proprietarie con chip DRM che impediscono ricariche indipendenti, e un ciclo di obsolescenza programmata che trasforma dispositivi da poche decine di euro in rifiuti elettronici prematuri. A esse prova a rispondere il progetto Open Printer, sviluppato dal collettivo parigino Open Tools. Punta a creare una stampante a getto d'inchiostro completamente open source, riparabile e modulare: «Open Printer è una stampante a getto d'inchiostro open source e riparabile, progettata per creativi, artisti e chiunque sia stanco di hardware usa e getta» spiegano gli ideatori.
Il cuore del sistema è un Raspberry Pi Zero W che gestisce l'elettronica: offre un display TFT LCD da 1,47 pollici per l'interfaccia utente, connettività Wi-Fi e Bluetooth per stampe wireless e porte USB-C per il collegamento al PC e USB-A per memorie esterne. La stampante supporta diversi sistemi operativi: Windows, macOS, Linux, Android e iOS. Grazie all'uso del server di stampa open source CUPS, elimina la necessità di driver proprietari. Per le cartucce adotta i modelli HP 63 (negli USA) e HP 302 (in Europa), ricaricabili manualmente e senza blocchi DRM: il firmware open source, licenziato sotto Creative Commons, previene aggiornamenti che potrebbero imporre restrizioni.
Il design meccanico è modulare e il dispositivo è alimentato da un alimentatore DC a 24 V. Una caratteristica distintiva è il supporto per rotoli di carta che permette stampe continue - da documenti standard a banner; è presente un cutter integrato per separare le pagine su misura. Lo sviluppo di Open Printer si inserisce in una tradizione di progetti fai-da-te ma va oltre i prototipi amatoriali l'enfasi è sulla produzione scalabile: i file del progetto, il codice firmware e l'elenco dei materiali necessari saranno rilasciati sotto licenza Creative Commons, consentendo modifiche comunitarie per aggiornamenti o parti di ricambio. Il progetto è attualmente in fase pre-lancio, con una campagna di crowdfunding su Crowd Supply prevista per le prossime settimane; al momento è possibile iscriversi per aggiornamenti sul sito ufficiale.
Al centro delle preoccupazioni di Open Tools ci sono le implicazioni ambientali. Le stampanti commerciali contribuiscono a montagne di e-waste: secondo alcune stime, solo in Europa si scartano milioni di unità annue per guasti minori o blocchi software; le cartucce generano plastica non riciclabile e spedizioni ad alto impatto di CO2. Open Printer contrasta questo promuovendo riparazioni facili: basta sostituire un modulo difettoso. Vengono ridotti i consumi: le cartucce ricaricabili tagliano i costi del 70-80% rispetto agli originali. Il supporto per inchiostri alternativi apre a opzioni eco-friendly, come quelle a base acquosa per stampe su materiali non convenzionali.
Le sfide che il progetto si trova ad affrontare non sono poche: dal reperimento di testine di stampa affidabili (le cui tecnologie sono ancora proprietarie), fino all'ottimizzazione del firmware per risoluzioni alte. Alla fine della campagna di crowdfunding, Open Tools mira a distribuire Open Printer a un prezzo accessibile: intorno ai 100-150 euro per ogni kit assemblabile, affinché sia competitiva con le offerte entry-level dei produttori noti. Se dovesse decollare, il progetto in quanto open source potrebbe ispirare altri fork: per esempio varianti per inchiostri UV o integrazioni con CNC per etichettatura industriale.
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