[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-11-2025]

In Essex, nel Regno Unito, Terrence e Lesley Bridges hanno aderito a un programma sperimentale che mira a sfruttare il calore prodotto dai data center per riscaldare le abitazioni. Come racconta la BBC, la loro casa è diventata la prima nel Paese a utilizzare un sistema chiamato HeatHub, installato in un capanno da giardino. L'iniziativa è stata sviluppata da Thermify e rientra nel progetto SHIELD di UK Power Networks, pensato per aiutare famiglie a basso reddito nella transizione verso soluzioni energetiche più sostenibili.
Il cuore del sistema è costituito da un cluster di 500 Raspberry Pi (l'Heathub, appunto). Sono dei piccoli computer a basso consumo che sono in grado di eseguire applicazioni e analisi di dati, pur non essendo potenti come le GPU utilizzate nei grandi centri di calcolo che consentono alle IA di funzionare. L'energia termica prodotta durante l'elaborazione viene catturata e trasferita all'impianto idrico domestico, riscaldando l'acqua e contribuendo al comfort abitativo.
I risultati sono stati immediati: le bollette mensili della famiglia sono passate da circa 375 sterline a 40 sterline. Lesley Bridges soffre di stenosi spinale e risente particolarmente del freddo: la riduzione dei costi e il miglioramento del riscaldamento hanno avuto un impatto diretto sulla qualità della sua vita.
Il progetto non è pensato per essere replicato in modo artigianale. Gli esperti avvertono che tentativi fai-da-te con server casalinghi potrebbero risultare pericolosi, sia per i consumi elettrici elevati sia per i rischi di incendio o danni strutturali. L'installazione dei Bridges è stata realizzata con sistemi di ventilazione e scambio termico professionali, garantendo sicurezza e affidabilità.
Esperimenti simili erano già stati condotti nel Regno Unito: nel 2023 un piccolo data center grande quanto una lavatrice era stato installato in una piscina pubblica, fornendo calore sufficiente a mantenere l'acqua a temperatura per gran parte della giornata. Questi esempi mostrano come il riutilizzo del calore dei server possa diventare una risorsa energetica alternativa.
Thermify ha dichiarato che il sistema sarà integrato in una rete distribuita di data center remoti, una volta terminata la fase pilota. I clienti pagheranno per l'elaborazione dei dati, mentre il calore generato sarà utilizzato per alimentare abitazioni e strutture locali. In questo modo il modello potrebbe diventare economicamente sostenibile e contribuire alla riduzione delle emissioni. Se esteso su larga scala, il concetto di data center domestico potrebbe ridurre i costi energetici e favorire la transizione verso un futuro a basse emissioni, pur richiedendo un'attenta regolamentazione e infrastrutture adeguate.
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