Già da tempo seguiamo le vicende della società Bid.it e ci auguriamo di vedere un lieto fine. Per poco siamo anche riusciti a sperare che fosse stato raggiunto un accordo che potesse salvare la società ed i suoi dipendenti dalla bancarotta, ma purtroppo è stata solo una breve illusione. Con l'assemblea che si è tenuta il 19 luglio si doveva trovare un modo per salvare la società ed i suoi dipendenti, ponendo un termine alla crisi che da quasi un anno vede colpita la Bid.it! SpA. Erano già stati proposti i metodi: un aumento di capitale e la concessione di un finanziamento da parte dei soci: Banca121 e Banca Popolare di Bari. Peccato che oggi questa opzione sia svanita nel nulla, lasciando come strascico solo la volontà di dire "basta".

"La fine della Bid.it! ci dice il suo presidente, Antonio Manno - rappresenta una storia emblematica della difficoltà di fare impresa qui al Sud, come imprenditore ho lottato fino alla fine e con tutte le mie forze anche economiche per evitare un'ingloriosa fine di una sana esperienza di sviluppo occupazionale oltre che di crescita culturale che aveva messo radici da tanti anni e che aveva avviato al lavoro oltre che formato centinaia di ragazzi della nostra terra." Il presidente prosegue: "Ciò che oggi mi rattrista di più e che mi amareggia profondamente è la consapevolezza di aver contribuito a costruire qualcosa di importante, un'impresa gioiello del nostro arido Sud che non viene bocciata dal mercato ma piuttosto dalla scarsa sensibilità di chi avrebbe potuto sostenere, in linea con le proprie linee strategiche, un'idea nata nel meridione d'Italia. Un'indifferenza che ha colpito oltre che me, fondatore di questa iniziativa imprenditoriale, le decine di ragazzi che invano cercavano, pur attraverso iniziative e proteste clamorose, di attirare l'attenzione verso la "loro" azienda, dimostrando una professionalità fuori da ogni schema."

Il presidente trova anche l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno cercato di dare una mano in questa situazione, primo fra tutti il Governatore Raffaele Fitto, che ha fatto il possibile per salvaguardare un patrimonio occupazionale e di know-how di primo piano per la Regione Puglia, impegnandosi nel tentativo di salvare l'azienda.