L'azienda è accusata di non aver fatto abbastanza per difendersi dai pirati.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 01-08-2016]
Alla fine del 2014, Sony subì l'attacco hacker più imbarazzante della storia: le vennero sottratti dati sensibili, email, ma anche alcuni film.
Tra questi c'era l'allora inedito Renée - La mia storia (in originale: To Write Love on Her Arms), uscito l'anno seguente nelle sale cinematografiche.
Ora, a oltre un anno e mezzo dalla violazione dei sistemi di Sony, la Possibility Pictures - che detiene i diritti sul film - ha fatto causa a Sony Pictures Worldwide Acquisitions per non aver difeso a sufficienza la pellicola dai pirati informatici.
Il gigante giapponese avrebbe in un certo senso facilitato l'operato degli hacker a causa di «carenze evidenti e perfettamente prevedibili sul fronte della sicurezza interna».
La prevedibilità di cui parla Possibility si riferisce ai ripetuti attacchi che i sistemi di Sony avevano subito negli anni e nei mesi precedenti quello del 2014. Insomma, secondo Possibility, Sony se lo sarebbe dovuto aspettare e preparare un piano di difesa.
«Sony Pictures Entertainment» - si legge nella citazione - «è stata spesso e per lungo tempo un bersaglio degli hacker, ma a quanto pare ha deciso coscientemente e deliberatamente di accettare il rischio di perdite connesso alla possibilità di venire hackerata».
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Il risultato di tale negligenza sarebbe stata l'ormai famosa violazione dei sistemi informatici del 2014 e la conseguente diffusione di Renée - La mia storia quattro mesi prima dell'uscita sul grande schermo.
Ciò avrebbe portato non soltanto a un sostanziale disinteresse da parte del pubblico - che avrebbe snobbato le sale in cui proiettavano il film, avendolo già visto in versione pirata - ma anche a un disinteresse da parte di Sony, che avrebbe deciso di non investire ulteriormente nel marketing di una pellicola che a causa degli hacker era condannata all'insuccesso.
In tutto ciò, Possibility ha anche un appiglio legale: l'accordo di distribuzione con Sony imponeva infatti a quest'ultima l'obbligo di «proteggere il film in tutto il mondo», usando «soluzioni tecniche appropriate» per «rimuovere, disabilitare o comunque prevenire» la circolazione di copie non autorizzate del film.
Sony, dal canto proprio, ha fatto sapere che «non aveva alcun obbligo di prendere contromisure antipirateria», e ora la soluzione della questione sarà affidata al tribunale.
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