Stallman contro i Bitcoin: Non proteggono la privacy degli utenti

E lancia Taler, l'alternativa ''made in Gnu''.



[ZEUS News - www.zeusnews.it - 28-11-2018]

Richard Stallman Bitcoin Taler

Dato che si chiamano criptovalute, sembrerebbe di poter dire che la segretezza e la protezione di chi le usa siano intessute direttamente nel loro essere. Invece, Bitcoin e simili non sono davvero attenti alla privacy dei loro utenti.

Questa è, in sintesi, l'opinione di Richard Stallman - informatico e attivista, paladino del software libero nonché fondatore del progetto GNU - intervistato per un'opinione sui Bitcoin da Coindesk.

Il momento non è particolarmente favorevole per la criptovaluta ideata da Satoshi Nakamoto: al momento in cui scriviamo il suo valore ha raggiunto uno dei punti più bassi dal 2013 e si aggira intorno ai 3.400 euro.

Stallman non ama Bitcoin, ma non per le abbondanti fluttuazioni del suo valore: ritiene invece che il vero problema connaturato a questa moneta digitale stia nel fatto che la privacy degli utenti non è garantita.

«Quello che vorrei davvero» - racconta Stallman - «è un modo per fare acquisti da diversi tipi di negozio restando anonimo, e sfortunatamente ciò non è possibile con Bitcoin».

Utilizzare uno dei servizi di scambio di Bitcoin per il pagamento - spiega il padre del software libero - alla fine permette all'azienda che gestisce il sistema e, in ultima analisi, ai governi, di identificare l'autore dell'acquisto. Ecco perché «Io non l'ho mai usato» aggiunge Stallman.

Lo scarso interesse nei confronti dei Bitcoin come sistema di pagamento si estende anche all'attività di mining, che Richard Stallman afferma di non aver mai praticato proprio perché i problemi relativi alla privacy, dal suo punto di vista, minano completamente il senso della criptovaluta: «Preferisco fare altro» chiosa.

Queste valutazioni non nascono da semplici sensazioni. Per poter prendere una decisione informata, Stallman ha incaricato un esperto di indagare le questioni che più gli stanno a cuore in materia di criptovalute, per poi concludere: «Se i Bitcoin garantissero la privacy, probabilmente avrei ormai trovato un modo per adoperarli».

Non è tuttavia il concetto di in sé di criptovaluta che Stallman rifiuta. Il progetto GNU ha infatti avviato una propria iniziativa in proposito: Taler.

Taler è non una criptovaluta ma un sistema di pagamento ideato con l'obiettivo di resistere completamente a ogni tentativo di sorveglianza da parte delle agenzie governative ma anche delle aziende che gestiscono i pagamenti.

D'altra parte, Taler si propone come sistema "etico" in quanto per gestire le transazioni non si rifà a una rete peer-to-peer ma si appoggia un sistema centrale: l'alternativa - spiega Christian Grothoff, manutentore del progetto Taler - «darebbe vita a pericolose pratiche di riciclaggio di denaro».

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La privacy degli utenti di Taler è protetta nel momento in cui costoro spendono il loro denaro digitale (non è possibile sapere quanto un dato utente possegga o spenda), ma ciò non è vero per chi vende: la ricezione dei pagamenti è visibile. In questo modo il sistema può essere tassato, e le pratiche illegali sono più difficili.

Stallman spiega infatti che ciò che egli desidera non è «la privacy perfetta», in quanto «ciò significherebbe che sarebbe completamente impossibile indagare sui crimini».

Con una struttura del genere posta a difesa dell'anonimato degli acquirenti, l'idea stessa di criptovaluta perde senso: infatti non esistono TalerCoin, per esempio, ma il sistema è pensato per essere usato con le valute attuali. Al momento l'euro è infatti già supportato.

Si possono prelevare euro e depositarli in un portafogli digitale Taler, e poi adoperare questo per effettuare i propri acquisti online: è un po' - spiega Grothoff - come prelevare denaro da un Bancomat e metterlo nel portafogli che abbiamo in tasca.

Nonostante il supporto alla valuta europea sia già presente, Taler non è ancora stato lanciato ufficialmente: l'idea è di abilitare il sistema entro la fine dell'anno, ma prima bisogna riuscire a concludere le trattative con le banche per garantire il loro supporto, operazione che Grothoff definisce «non semplice né economica».

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Commenti all'articolo (ultimi 5 di 7)

Anch'io faccio così e, almeno per ora, non sento il bisogno di pagare restando anonimo. Potrebbero però esserci paesi dove l'anonimato del pagamento potrebbe essere necessario per tutelarsi nei confronti di regimi totalitari ove certi acquisti per noi innocui potrebbero non esserlo altrettanto. Non mi vengono in mente esempi ma in via... Leggi tutto
29-11-2018 19:21

Infatti io faccio cosi'. Ma taler e' progettato per pagare restando anonimo. Film porno? Viagra? Armi? Leggi tutto
29-11-2018 17:50

{utente anonimo}
Ci sono due cose (fra le altre) da considerare in fatto di valute: - la prima è che una valuta per essere considerata veramente tale deve essere discretamente stabile, e non è questo il caso; - la seconda è che i governi (e non solo...) vogliono sapere cosa fanno i cittadini e hanno la scusa pronta della lotta... Leggi tutto
29-11-2018 17:03

Premetto che non ho capito come funzionino queste criptovalute, vedo solo che il bitcoin è sceso a 3400 dai 20000 (con somma gioia di chi l'aveva preso a quel prezzo). Taler prevede un versamento in un portamonete virtuale ecc. Ma usare una normalissima carta di credito e lasciare i soldi in banca è tanto complicato? L.b.n.l. se bitcoin... Leggi tutto
28-11-2018 21:00

{utente anonimo}
Si ma se io acquisto qualcosa, i miei dati al venditore li devo lasciare, sennò come fa a emettere fattura?
28-11-2018 18:23

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