Apple non rimborserà il denaro.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 17-12-2020]
È successo di nuovo: un bambino ha speso una cifra esorbitante facendo acquisti da un gioco per tablet senza rendersi conto che il denaro fosse vero, e ora i genitori sono nei guai.
Il caso, che ha avuto luogo negli Stati Uniti ed è stato riportato dal New York Post, risale alla scorsa estate ma soltanto ora è diventato di dominio pubblico.
Il "colpevole", se così lo si può chiamare, è George, un bambino di sei anni. Mentre la madre Jessica lavorava da casa, utilizzava l'iPad di lei per passare il tempo, e in particolare si dedicava a Sonic Forces.
Complice il periodo estivo e l'impossibilità ad uscire di casa per le restrizioni imposte a motivo della Covid-19, George ha trascorso molto tempo con il gioco, in cui poteva fare acquisti per cifre che spaziavano da 1,99 a 99,99 dollari: nel giorno più costoso è riuscito a superare i 2.500 dollari.
Quando hanno visto gli addebiti sull'estratto conto, i genitori hanno subito pensato a delle frodi, possibilità che è anche stata indicata loro come probabile da Chase, il servizio di gestione della carta di credito, cui si sono subito rivolti.
Così nel mese di luglio, quando la somma spesa da George era ormai arrivata a 16.293,10 dollari Jessica ha compilato una denuncia per frode, convinta di essere rimasta vittima di qualche crimine informatico, senza realizzare che le spese erano legate al gioco del figlio.
Soltanto a ottobre ha pensato di contattare direttamente Apple, dalla quale ha scoperto la verità: tutto il denaro speso era finito negli oggetti virtuali di Sonic Forces.
A quel punto però era troppo tardi, ed è qui che la vicenda attuale si discosta da quelle già accadute. Di solito, infatti, le aziende si dimostrano comprensive verso disattenzioni di questo tipo verso, se non altro per evitare di rovinarsi la reputazione.
Apple ha invece risposto alla donna che, poiché erano ormai trascorsi i 60 giorni di tempo concessi per le contestazioni, il denaro non le sarebbe stato restituito, anche se lei si era comportata così dietro consiglio di Chase, che ancora pensava a una truffa.
«È come se mio figlio, di appena sei anni, si fosse dato alla cocaina e fosse rimasto sempre più preso nell'ingranaggio» ha dichiarato la donna. «Questi giochi sono progettati per essere estremamente rapaci e spingere i bambini a fare acquisti. Quale adulto spenderebbe 100 dollari per un baule di monete virtuali?».
«Mio figlio» - ha continuato Jessica - «non aveva capito che il denaro era reale. Sta facendo un gioco in un mondo che sa non essere reale. Perché i soldi dovrebbero esserlo? Servirebbe un balzo cognitivo enorme».
Per la donna - e per il marito, il cui ruolo è occuparsi a tempo pieno di George e della sorellina - la colpa è insomma unicamente di Apple, la quale però in tutta la vicenda s'è limitata a consigliarle di disattivare gli acquisti in-app per evitare che ricapiti qualcosa di analogo.
«Se avessi saputo che c'era un'impostazione del genere non avrei permesso a mio figlio di spendere quasi 20.000 dollari in anelli d'oro virtuali» ha commentato per tutta risposta la donna.
George, dal canto proprio, s'è offerto di restituire il denaro alla mappa. A 4 dollari la settimana - la paghetta per tenere pulita la camera - potrebbe volerci un po'.
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