Vaccinarsi contro le fake news: il ''prebunking''.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-10-2023]
Pochi giorni fa Thierry Breton, Commissario per il mercato interno dell'Unione Europea, ha inviato una lettera aperta a Elon Musk, avvisandolo che il suo social network, noto per anni come Twitter e ora chiamato X, viene usato per diffondere disinformazione e contenuti illegali, violenti e terroristici dopo l'attacco di Hamas a Israele e che nonostante le segnalazioni fatte anche dalle autorità X non ha rimosso prontamente questi contenuti, come è invece richiesto dalle leggi europee e in particolare dal Digital Services Act, entrato in vigore a novembre scorso. Una inadempienza continuata potrebbe portare a sanzioni economiche considerevoli contro X e anche alla sospensione del servizio in Europa (BBC).
[Bretton ha inviato analoga intimazione a Meta (RSI;Reuters); dopo la chiusura del podcast ha inviato a X anche richiesta formale in base al DSA]
Questo monito fa il paio con un recente rapporto dell'Unione Europea che indica che la disinformazione è più prevalente su X che sugli altri social network (Ars Technica).
Questa piaga, insomma, continua a diffondersi e le azioni prese fin qui non sembrano essere state efficaci nel contrastarla. Le notizie false viaggiano velocissime, ma le loro smentite non riescono a fare altrettanto: il cosiddetto debunking, ossia la spiegazione pubblica e documentata delle bugie diffuse dalle fake news, pare poco efficace.
Per citare Jonathan Swift, le falsità volano, mentre la verità le rincorre zoppicando ("Falsehood flies, and the Truth comes limping after it", in The Examiner, 1710). Se vi ricordavate questa citazione in una forma differente, qualcosa del tipo "una bugia fa mezzo giro del mondo nel tempo che ci mette la verità a infilarsi le scarpe", e ve la ricordate attribuita a Mark Twain, confermate involontariamente questo fenomeno, perché Twain non ha mai detto nulla del genere, come hanno scoperto gli esperti di Quote Investigator, ma la falsa attribuzione continua a girare nonostante la smentita sia pubblicamente disponibile da tempo.
Un recente lavoro delle università britanniche di Cambridge e Bristol propone invece un approccio preventivo, che consiste nel dare alle persone gli strumenti per riconoscere facilmente i sintomi tipici dei tentativi di disinformazione e quindi, in un certo senso, dare loro gli "anticorpi" digitali necessari per contrastare la malattia della disinformazione. I ricercatori etichettano questo approccio con un nome molto formale, ossia teoria dell'inoculazione, attingendo proprio al lessico medico delle vaccinazioni, ma a volte usano anche un termine più conciso, ossia prebunking: in pratica, un debunking preventivo.
Il lavoro di queste università è disponibile presso il sito Inoculation.science, e sulla rivista Science Advances è stato pubblicato nel 2022 un articolo scientifico (Psychological inoculation improves resilience against misinformation on social media) che spiega come funziona il prebunking e dimostra che è efficace. Vediamo insieme quali sono i suoi ingredienti e come metterli in pratica.
Ti invitiamo a leggere la pagina successiva di questo articolo:
Il vaccino anti-fake news
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con Zeus News
ti consigliamo di iscriverti alla Newsletter gratuita.
Inoltre puoi consigliare l'articolo utilizzando uno dei pulsanti qui
sotto, inserire un commento
(anche anonimo)
o segnalare un refuso.
|
|
(C) by Paolo Attivissimo - www.attivissimo.net.
Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura.
|
||
|
gomez