La nuova formulazione pare più rispettosa della privacy degli utenti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-03-2025]
«Abbiamo ascoltato le vostre reazioni e le vostre preoccupazioni in merito al nuovo aggiornamento dei Termini di Utilizzo e dell'Informativa sulla privacy. Per chiarire questo aspetto, abbiamo apportato alcuni aggiornamenti a questi documenti e abbiamo condiviso i dettagli delle nostre motivazioni in un nuovo post sul blog».
Così Mozilla, tramite l'account Firefox Support, annuncia su X i cambiamenti apportati a quei Termini d'uso che, al momento della loro introduzione, tante polemiche avevano causato.
«La nostra intenzione era semplicemente chiarire il più possibile il modo in cui facciamo funzionare Firefox» scrive Mozilla nel post di cui parla su X, ammettendo: «Ma nel farlo abbiamo anche creato confusione e preoccupazione».
Il riferimento è naturalmente alla porzione dei Termini di Utilizzo che, fino a poco fa, recitava «Quando carichi o inserisci informazioni tramite Firefox, ci concedi una licenza non esclusiva, esente da royalty e valida in tutto il mondo, per l'utilizzo di tali informazioni» e che ora ha una nuova formulazione.
«Tu concedi a Mozilla tutti i diritti necessari a far funzionare Firefox, tra cui quello di elaborare i dati come descritto nell'Informativa sulla privacy di Firefox, e di agire per tuo conto per agevolarti nella navigazione in Internet» si legge nei nuovi Termini, almeno nella versione italiana.
«Quando carichi o inserisci informazioni tramite Firefox, ci concedi una licenza non esclusiva, esente da royalty e valida in tutto il mondo, per l'utilizzo di tali informazioni per aiutarti a esplorare, fruire e interagire con i contenuti online, come da te accettato con l'utilizzo di Firefox».
Ora la finalità d'uso delle informazioni inserite dall'utente è più chiara: si limita a riguardare le fruizione e l'interazione con i contenuti online.
La versione inglese, che per qualche motivo è diversa dalla traduzione italiana, è ancora più chiara: in essa il secondo paragrafo termina con la frase: «Ciò non dà a Mozilla alcun diritto di proprietà su quei contenuti» («This does not give Mozilla any ownership in that content»), così da togliere ogni dubbio.
Inoltre, Mozilla ha introdotto alcune precisazioni circa la questione della "vendita" dei dati degli utenti: afferma di aver ritirato l'affermazione «Non venderemo mai i tuoi dati» poiché, dal punto di vista legale, «vendere» può avere diverse accezioni in base alle diverse legislazioni.
Per esempio - spiega sempre Mozilla - in California con «vendere i dati» si intende non soltanto la cessione dei dati in cambio di una contropartita, ma anche la loro «comunicazione orale, il rilascio, la rivelazione, la diffusione, la messa a disposizione, il trasferimento».
Con questa immediata marcia indietro, Mozilla prova a giocarsi la carta della buona fede: dopotutto, non ha difeso la prima formulazione, ma ne ha riconosciuto i problemi e l'ha sostituita.
Resterà da vedere se tutto ciò sarà sufficiente per accontentare gli utenti e quelle comunità - come quella di Debian, all'interno della quale si è sviluppata una vivace discussione sul tema - che danno un'importanza pressoché assoluta alla difesa della privacy degli utenti.
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