Cassandra Crossing/ Tecnocontrollo, guerra e UE (2)
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 18-12-2025]

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Tecnocontrollo, guerra e UE
Il tecnocontrollo è tecnologicamente ispirato a quello degli Stati Uniti e della Repubblica Popolare Cinese: si vedano rispettivamente quanto descritto da Snowden, il Grande Firewall, il Social Scoring e le persecuzioni etniche. È vero che sono state già realizzate per fini ragionevoli parti rilevanti, utili per la costruzione di un tecnocontrollo sociale europeo: per esempio Europol, l'ente di coordinamento tra le polizie degli Stati membri. Nel 2010 è stato trasformato in un'agenzia UE a tutti gli effetti, dotata di compiti, poteri e strutture informatiche proprie: può utilizzare e coordinare le banche dati delle polizie europee, agendo sostanzialmente al di fuori delle garanzie fornite dal GDPR.
Tuttavia l'uso pubblico e generalizzato di tecnologie informatiche al fine di controllare i cittadini europei finora non ha trovato posto nel corpus legislativo dell'Unione, tranne in casi limitati. Brillano invece come gemme alcune direttive che tutelano i diritti digitali fondamentali, quali il GDPR. Per far passare i primi elementi per il tecnocontrollo, sia a livello UE che degli Stati membri, in passato sono stati usati tutti i classici escamotage legislativi: votarli in periodo natalizio; inserirli in direttive che regolano la pesca o gli ascensori; e soprattutto giustificarli con la riproposizione di classiche motivazioni evergreen come «chi proteggerà i bambini?», ovviamente dai pedoterrosatanisti. Fino a oggi questi tentativi sono sempre stati respinti, grazie soprattutto alle azioni congiunte dell'opinione pubblica e del Parlamento Europeo; hanno anche contribuito alcune ONG: EDRi, NOYB e, in piccolo in Italia, PWS ed Hermes.
Ma perché questo accanimento da parte delle istituzioni europee, che sono sì molto burocratiche, ma anche tendenzialmente democratiche e garantiste? I vertici dell'Unione Europea quale orrendo bisogno primario percepivano - e percepiscono ancora adesso - che renda desiderabile, anzi necessario, un tecnocontrollo sociale pervasivo? A questa domanda Cassandra non ha risposte; tuttavia, anche senza utilizzare le sue capacità profetiche, è in grado di formulare un paio di ipotesi che spiegherebbero il bisogno di un controllo sociale di massa.
La prima ipotesi è che a medio termine, diciamo per un decennio, venga considerato indispensabile per la stabilità dell'UE un controllo sociale il più vasto possibile: la necessità di strumenti sia preventivi che repressivi per il controllo della popolazione potrebbe servire a fronteggiare le conseguenze sociali di crisi economiche dovute all'oramai inevitabile e noto da tempo cambiamento climatico, che insieme ad altri fattori provocherà un forte abbassamento del tenore di vita della popolazione.
La seconda ipotesi è che si ritenga il tecnocontrollo pervasivo della popolazione un elemento indispensabile per poter restare un attore geopolitico, una superpotenza almeno di seconda classe: lo scopo è avere un minimo di potere contrattuale durante le attuali e future transizioni geopolitiche con le quattro superpotenze di prima classe in crescita, in crisi o in disfacimento.
Probabilmente in ambedue i casi un tale tecnocontrollo sarebbe prima di tutto di tipo attivo: metodi digitali ormai collaudati tipo Cambridge Analytica, sempre più evoluti e potenti, ma anche di tipo reattivo e digitalmente mirato a singole persone o gruppi quando necessario. Tutte le ipotesi sono estremamente tetre: di esse Cassandra si assume tutte le responsabilità e può solo condividerle con voi, sperando che qualcuno più brillante e informato di lei le smentisca completamente.
Anche in questo caso fortunato, resta per tutti noi necessario anzi imperativo impegnarsi al massimo per contrastare l'evidente e attuale deriva antidemocratica dell'UE riguardo ai diritti digitali dei suoi cittadini, qualunque siano le motivazioni. Viste le annunciate tempistiche delle direttive che attuerebbero il Digital Omnibus, di tempo ce n'è veramente poco. Cassandra per cominciare scriverà una letterina di Natale agli eurodeputati, dei cui indirizzi conserva gelosamente l'elenco. E voi cosa farete?
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