Cassandra Crossing/ Se la casa è il terreno su cui difendere la privacy occorre innanzitutto conoscere il ''nemico''.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 04-02-2022]
Cassandra non avrebbe mai voluto scrivere ai suoi lettori suggerendo posizioni difensive e di "riduzione del danno", ma purtroppo vi è costretta ormai da anni per cause oggettive, social e di tecnocontrollo in primis, che affliggono la società odierna principalmente per colpa di chi le accetta passivamente.
Identificando lo smartphone come il singolo oggetto che reca il maggior danno alla privacy, ne ha ridotto l'utilizzo e lo ha "degooglizzato", contribuendo anche alla realizzazione di "Pillole di /e/OS", una piccola serie dedicata al tema dei video di "Quattro chiacchiere con Cassandra".
La "riduzione del danno" è un processo senza fine di cui, "degooglizzando" lo smartphone, Cassandra ha compiuto solo il primo passo. Quale potrebbe essere il "secondo passo" nel lungo percorso di riduzione del danno e di recupero della propria privacy?
Secondo Cassandra è un'attività molto semplice ed economica, che aiuta "solo" e "semplicemente" ad aumentare la consapevolezza e a identificare i problemi reali; si tratta semplicemente di fare un inventario della "vostra" IoT.
Detta così sembra un'operazione che riguarda solo una minoranza delle persone; in realtà riguarda tutti, come la vostra profetessa preferita cercherà di chiarire.
IoT ("Internet of Things - Internet delle Cose") è una locuzione che spesso viene intesa in senso molto più ristretto di quello che effettivamente indica.
La IoT non è formata solo dai gadget più recenti e tecnologici, ma anche da oggetti che sembrano apparentemente "normali". Come identificare quindi gli oggetti che devono rientrare nel nostro "Inventario dell'IoT casalinga"?
Semplice, così semplice che Cassandra se ne era già occupata nel lontano 2006 con questo pezzo che allora usava il termine, un po' troppo tecnico, di "Canali di ritorno".
Se un oggetto potenzialmente può "telefonare a casa", direttamente con una connessione propria od indirettamente, collegandosi via Wi-Fi o Bluetooth, allora appartiene di diritto all'IoT e deve rientrare nel vostro inventario.
Se un oggetto possiede sensori, allora appartiene di diritto all'IoT, e deve rientrare nel vostro inventario.
Quindi, prendete quanto vi serve per scrivere un elenco secondo le vostre preferenze personali - block notes, foglio elettronico, documento di testo - e annotate tutti gli oggetti che sapete abbiano un canale di ritorno o dei sensori, cominciando ovviamente dallo smartphone e dal router della vostra connessione a internet.
Non trascurate i vostri computer, tablet, braccialetti fitness, Smart TV, telecomandi di Smart TV, orologi da polso, spazzolini da denti elettronici, bilance e cose così.
Accanto al nome di ognuno di essi annotate che tipo di canale di ritorno e di sensori possiede, e se avete idea di quali informazioni su di voi "potrebbe" trasmettere nelle sue telefonate verso casa.
Annotate quali sensori, visibili o nascosti, generano un flusso continuo di informazioni personali, come il braccialetto fitness.
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Diffidate di qualunque apparecchio abbia meno di 10 anni
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