Le proposte del governo alla UE preparano una Internet a due velocità in cui l'Agcom decide i contenuti leciti.
[ZEUS News - www.zeusnews.it - 25-11-2014]
Stanno sollevando parecchia preoccupazione gli emendamenti che l'Italia sembra voler proporre al Consiglio dell'Unione Europea.
Un documento sfuggito in Rete, e pubblicato da Edri, rivela le intenzioni del Governo italiano in tema di Net Neutrality, ossia quel principio in base al quale tutti i contenuti sono uguali e non è lecito fare preferenze.
Tale principio è stato più volte in pericolo nel recente passato a causa delle proposte spesso volte a creare una Internet a due velocità dove, in sostanza, chi paga di più ha diritto a maggiori possibilità.
Lo spettro di una Internet che ha rinunciato alla sua neutralità sembrava sconfitto ma ora pare tornare nella forma degli emendamenti italiani.
Il paragrafo maggiormente criticato - ma non l'unico - è quello che indica i casi in cui, secondo il nostro Governo, i provider dovrebbero limitare o alterare la connettività, «bloccando, rallentando, alterando, degradando o discriminando specifici contenuti, applicazioni o servizi».
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L'elenco delle circostanza comprende (ma non si limita a queste) «la prevenzione della trasmissione di comunicazioni non richieste», «il controllo degli ingorghi temporanei» e la necessità di rispettare «gli obblighi contrattuali con un utente finale nella fornitura di un servizio che richieda uno specifico livello di qualità».
Da ciò si evince uno scenario possibile in cui, per esempio, le email vengono filtrate a monte dai provider con la motivazione ufficiale di prevenire lo spam (le «comunicazioni non richieste»).
«Nessun mittente-destinatario» - commenta Dino Bortolotto di Assoprovider - «accetterebbe che le proprie missive possano essere lette o modificate, né accetterebbe che esse possano essere consegnate con tempi decisi arbitrariamente dai trasportatori».
L'intero testo sembra scritto per togliere agli utenti il potere di decidere che cosa fare dei propri contenuti (ritardandone, bloccandone o alterandone la pubblicazione, per esempio) per trasferirlo a dei "controllori", che poi dovrebbero essere i provider o l'Agcom, i quali dovrebbero decidere quali sono i contenuti prioritari da non rallentare a scapito degli altri.
Sulla questione è già intervenuto l'avvocato Fulvio Sarzana nel proprio blog e sul sito de Il Fatto Quotidiano, parlando esplicitamente di «cancellazione della definizione di neutrality uscita dal voto del Parlamento europeo».
La proposta italiana - afferma Sarzana - eliminerebbe «il divieto esplicito di discriminare in base al costo applicato agli utenti per l'accesso alla rete, il che significa che un operatore potrebbe decidere che ad esempio per accedere a Netflix, un utente debba pagare di più la connessione, pena una riduzione della banda dedicata allo streaming».
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